“Con il decreto energia, convertito il legge lo scorso 7 febbraio, si offrono inedite opportunità di sviluppo per l’area industriale di Siracusa che vanno colte riqualificando le aree di Punta Cugno e Mellilli, oggi sottoutilizzate, per sviluppare progetti coerenti col decreto in questione o candidarsi per la costruzione delle torri eoliche da utilizzare per il progetto Renexia sulla costruzione di un impianto eolico offshore nel canale di Sicilia”.
Lo scrivono in una nota i segretari generali della Fiom Sicilia e di Siracusa Francesco Foti e Antonio Recano. “Ci vogliono politiche industriali chiare -sottolineano- chiediamo dunque il confronto col governo e con la politica per condividere strategie e linee di intervento pubblico che convoglino investimenti. Finora – rilevano – politica e sistema delle imprese sono restati a guardare, occorre dunque mettere insieme sindacato, movimenti, associazioni e cittadini sostegno di questa vertenza, perché siamo convinti che solo la lotta del territorio potrà decidere la sorte del petrolchimico”.
“Si tratta- aggiungono- di intercettare le opportunità offerte dalla transizione e di affermare un diverso, moderno e competitivo modello industriale che, in chiave green, affranchi dalla monocultura industriale”.
Il decreto nazionale prevede “la creazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare”, prevedendo per il progetto due porti, quello di Taranto e quello di Augusta che hanno a disposizione gli spazi, le infrastrutture necessarie e le competenze nel campo della movimentazione di pale eoliche e nel caso del porto di Augusta anche nell’offshore.
“Infatti – ricorda la Fiom- nel perimetro prospicente la rada di Augusta, all’inizio degli anni 80’ si realizzò una grande intuizione con la nascita da un progetto congiunto – Sindacati, Enti locali, Associazioni Datoriali e Regione Siciliana – di un polo metalmeccanico d’avanguardia candidato alla costruzione di piattaforme petrolifere Off shore nelle aree di Punta Cugno e Marina di Melilli. Lo sforzo economico della regione, che finanziò con 60 miliardi di lire l’acquisto delle attrezzature, favori la nascita del consorzio Italoffshore, che caratterizzato da una manodopera altamente professionale acquisì importanti commesse e per oltre 10 anni diede lavoro ad oltre 2000 lavoratori metalmeccanici. Questa straordinaria intuizione insieme all’esperienza Si.Te.Co, azienda che ha dato lavoro a circa 700 metalmeccanici fino al 2010 nel campo dell’Eolico, ha rappresentato forse l’unica vera occasione di diversificazione produttiva ed occupazionale, purtroppo– sottolineano Foti e Recano- finita miseramente nell’indifferenza della politica e stritolata dall’inadeguatezza degli imprenditori locali”.
Foti e Recano sostengono “che spazi importanti e officine attrezzate, imprese qualificate e maestranze specializzate, fondali marini adeguati, rappresentino ancora oggi un insieme di condizioni e caratteristiche difficilmente riscontrabili in Italia che se valorizzate potrebbero intercettare importanti progetti e traghettare il nostro territorio verso un nuovo modello industriale, capace di dare lavoro a migliaia di metalmeccanici che vogliono essere protagonisti del cambiamento”.