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La novità

La nuova sfida per la Sicilia ancora poco informatica, arriva il portafoglio digitale “It Wallet”

martedì 2 Gennaio 2024

Mentre ancora c’è chi smanetta per comprendere come usare lo Spid, l’evoluzione digitale della pubblica amministrazione procede a ritmo sostenuto. Nel 2024 sarà la volta di It Wallet. La piattaforma andrà lentamente a sostituire gli attuali sistemi di identità digitale come Spid, appunto, e Cie a partire dalla metà dell’anno, o meglio farà loro da contenitore. Una misura su cui il Governo Meloni sta puntando per allinearsi alle sperimentazioni avviate e ben consolidate da alcuni dei 27 Paesi europei di un portafoglio digitale che possa ben presto sostituire quello fisico.

Il nuovo sistema, che comparirà all’interno dell’App Io, nasce con l’obiettivo di semplificare e rendere più immediato il rapporto tra cittadini e istituzioni. Al suo interno saranno integrati, almeno in questa prima versione, documenti come Spid, Cie e tessera della disabilità. Più avanti nel tempo si procederà anche con patente di guida, tessera elettorale e altri documenti privati. Le stime parlano di numeri incoraggianti, con circa 42,5 milioni di italiani coinvolti nell’uso già entro il 2025. Dunque ben al di sopra dei 36,4 e 39,3 milioni di utenti all’attivo, rispettivamente per il sistema pubblico di identità digitale e la carta di identità elettronica, che dal 2022 al 2023 hanno registrato un tasso di crescita molto a rilento.

Le previsioni saranno rispettate? L’innovativo strumento verrà accolto con piacere?
Stringendo il cerchio sulla Sicilia, la notizia potrebbe non andare a genio proprio a tutti. Seguendo la linea tracciata dai dati Eurostat l’Isola non avrebbe una grande dimestichezza con le tante potenzialità e possibilità offerte dal web, piazzandosi al penultimo posto, con il 34%, nella classifica sulla competenza digitale tra le Regioni della Penisola. Poco più di tre persone su dieci hanno competenze digitali di base. L’analisi qualitativa della fruizione di Internet non dà spazio a grandi speranze. In Sicilia, infatti, il principale utilizzo di Internet è quello legato alla messaggeria istantanea, quindi Whatsapp, Telegram o Messenger. Un utilizzo, quindi, piuttosto scarno della tecnologia, legato principalmente alla funzione telefonica, sebbene in forme più avanzate, e alla comunicazione email, in funzione principalmente lavorativa. E l’approccio non è certamente dei migliori quando si parla di “alternative” vie di comunicazione con la pubblica amministrazione. 
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti è stato chiaro: “Dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e promuovere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale“. È una dichiarazione che segna un cambiamento importante nella strategia digitale italiana. Un primo passo, sulla conoscenza e la competenza informatica, andrebbe condotta già dall’infanzia, visto che in Sicilia, come nel resto d’Italia, la dipendenza dai dispositivi, soprattutto smartphone, è ormai diventata parte integrante della quotidianità dei bambini. La cifra del 69,3% di siciliani tra i 6 e i 17 anni che usano internet tutti i giorni sottolinea la profonda infiltrazione della tecnologia nelle loro vite.
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