Eccolo il cigno nero che non ti aspetti, che fa il suo lavoro di evento inatteso e con tempi di ricaduta non prevedibili e si presenta sotto forma di imprevisto, di condizionatore che non funziona e va in cortocircuito a Fontanarossa, di incendio, di circostanza, insomma, che spiazza tutti come non avrebbe mai dovuto e potuto essere.
Il cigno nero fa il suo mestiere e cambia le carte in tavola. La “circostanza” alla fine trionfa e mostra a tutti che “il re è nudo”.
Domani, se verrà confermata la riunione, il sindaco di Taormina Cateno De Luca incontrerà operatori del settore, imprenditori e albergatori arrivando, probabilmente, sino a chiedere l’azzeramento dei vertici della società di gestione dell’aeroporto di Catania.
Anche lui giocherà il suo ruolo come ognuno, del resto, all’interno di una vicenda che ha portato, all’improvviso, indietro le lancette in quello che si pensava fosse un contesto di organizzazione migliore e adeguato alle esigenze, molte e non tutte di facili soluzioni, del complesso mondo del turismo.
A uscire con le ossa rotte sono le agenzie di viaggio, chi ha preparato i pacchetti per i mesi più richiesti della stagione e quanti muovono le fila dei grandi flussi.
Oggi i tempi del ritorno alla normalità non solo non sono certi, ma appaiono, oggettivamente molto complicati. Prevederlo, non è semplice.
Perchè una cosa è certa, nel gioco delle scelte per il futuro sulla Sicilia colpita pesantemente in quest’estate dall’incendio di Fontanarossa, riacquistare credito e terreno tra tour operator e addetti ai lavori sarà più difficile. La Fiavet nei giorni scorsi lo ha denunciato pesantemente.
In perfetto stile “vorrei ma non posso” non sono poi mancate le polemiche della politica. Non servono i giorni del livore e dello scaricabarile. È onesto ricordare che l’indirizzo politico degli ultimi 15 anni ha sempre reso complementari e di supporto Trapani e Comiso rispetto a Palermo e Catania. Aspettarsi che oggi con la bacchetta magica e senza gli investimenti di potenziamento che non ci sono stati, gli scali minori facciano il miracolo o che Punta Raisi da solo tenga in piedi tutto è velleitario come tutto il resto. Fuffa inutile.
Il cigno nero che ha colpito pesantemente e ricorda un pò la Sicilia che a Covid scoppiato doveva ancora attuare il vecchio Piano anti Pandemia di Raffaele Lombardo sorride anzi malignamente. Servirebbe oggi cambiare pelle, nome e postazione di comando?
Passa persino in secondo piano rispetto alla necessità dell’attraversamento del problema, enorme, che la Sicilia si deve smazzare in pieno agosto, qualcuno però dovrà spiegare ai siciliani da dove ripartire.