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La sentenza

Prestò l’identità a Messina Denaro, confermata la condanna per Andrea Bonafede

venerdì 30 Maggio 2025
Andrea Bonafede
La corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 14 anni per Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara, nipote del boss Leonardo Bonafede, che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro.
Matteo Messina Denaro

Bonafede, che ha scelto l’abbreviato, quindi ha potuto contare sullo sconto di un terzo della pena, era accusato di associazione mafiosa. L’accusa in primo grado era rappresentata dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo.

Fu proprio seguendo le tracce del geometra che i carabinieri del Ros riuscirono a risalire al latitante che ne usava l’identità per sottoporsi alla chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo.
trbunale palermo
Tribunale di Palermo

Secondo i giudici del primo grado Bonafede, ha consentito al capomafia “di preservare il proprio status di latitante e, conseguentemente, di continuare a ricoprire il proprio ruolo direttivo nell’associazione mafiosa”.  Oltre a prestare identità e documenti al boss, l’imputato gli ha procurato due nascondigli, affittando l’immobile via di San Giovanni 260 e poi acquistando, in nome proprio ma per conto del boss, un appartamento a Campobello di Mazara, gli ha consentito di comprare due auto e diversi cellulari.

“Data la delicatezza del ruolo di Messina Denaro in Cosa nostra e la difficoltà derivante dalla sua condizione di latitante, non è logicamente accettabile che questi si sia improvvisamente affidato ad un soggetto occasionalmente incontrato, non affiliato e che non vedeva da moltissimi anni, per coprire la sua identità”, hanno scritto i giudici confutando la tesi difensiva.    
“Va dunque definitivamente accreditatohanno concluso – che nell’ambito dell’associazione mafiosa la figura di Bonafede appare, dunque, piuttosto riconducibile a quella dell’affiliato ‘riservato’ al servizio diretto del capo mafia”.
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