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Tutto pronto per le primarie del Partito Democratico che stabiliranno chi tra Nicola Zingaretti, Roberto Giachetti e Maurizio Martina guiderà il partito. Si voterà domenica 3 marzo dalle 8 alle 20. A Palermo saranno nove i gazebo allestiti in città, ai quali vanno aggiunti quelli della provincia, una quarantina circa. Nella stessa tornata saranno eletti anche i componenti dell’Assemblea nazionale del partito.
In Sicilia, intanto, continuano le polemiche interne ai dem, con gli attacchi che arrivano dall’area Zingaretti al segretario regionale del partito Davide Faraone sulle modalità di svolgimento della consultazione e sul numero dei gazebo: “La scelta dei seggi è stata decisa a colpi di maggioranza da chi detiene abusivamente la segreteria regionale – dice Franco Ribaudo, candidato con la mozione Zingaretti in provincia di Palermo – Se si voleva favorire la partecipazione, occorreva prevedere un seggio per ogni comune. A Palermo, invece, si è passati dai 28 seggi del 2017 a nove: come dire alla gente di non andare a votare“.
Un’altra esponente della mozione Zingaretti, Daniela Crimi, fa un appello al popolo dei dem: “Partecipare alle primarie di giorno 3 marzo – dice – rappresenta l’ultima speranza per il popolo della sinistra di fermare il dilagare della destra. Il popolo di centrosinistra deve riprendersi il partito, che ha avuto una cattiva gestione, con troppi personalismi – afferma – Occorre ricostruire il dialogo con le persone“.
Anche Antonello Cracolici, come Ribaudo e Crimi, si candida per l’assemblea nazionale del partito sostenendo Zingaretti per la segreteria: “In gioco non c’è solo la scelta del prossimo segretario del Pd, c’è il futuro dell’Italia – dice il deputato regionale – In democrazia, quando perdi devi prepararti a vincere la volta successiva e per farlo dvi essere credibile come alternativa. Il voto in Sardegna e in Abruzzo ci ha dimostrato che lo scontro politico in Italia è tra centrodestra e centrosinistra. Il grillismo è un incidente della storia, occorre ricostruire il campo del bipolarismo. Nel centrosinistra – conclude – serve ricostruire partendo da valori condivisi e Zingaretti ha le qualità inclusive per farlo“.