“Il Pd deve tornare ad essere un partito plurale, non può identificarsi in una sola persona. E’ arrivato il momento di ripartire dai valori fondativi del partito“. Il monito arriva da Francesco Calanna, ex commissario straordinario di “Esa” e presidente del Gal Nebrodi Plus, candidato capolista per l’Assemblea Nazionale del Pd in provincia di Messina a sostegno della mozione di Michele Emiliano. La “ricetta” politica del governatore della Puglia secondo Calanna è la scelta vincente per “rilanciare il Partito Democratico” e, di riflesso, “per non consegnare il Paese al populismo”.
“La mia è una scelta caratterizzata da tre motivi fondamentali. Il primo è che io credo senza alcun dubbio che il presupposto essenziale sia quello di un partito plurale, un partito che deve saper discutere e ragionare. Non si può prescindere dal confronto. Il secondo motivo è che Emiliano è andato controcorrente e il suo percorso va condiviso e sostenuto, perché lui in un momento in cui si cerca di cavalcare il vento dell’anti-europeismo ha invece deciso di credere nell’Europa e ha rilanciato l’idea molto sensata degli Stati Uniti d’Europa. Emiliano vuole una Europa forte e che non sia più al carro delle potenze egemoniche, dove la condivisione sia sinonimo di equilibrio e condivisione delle scelte e delle politiche comunitarie e per i vari territori. Il terzo motivo richiama il fatto che Michele Emiliano ha radicalizzato il confronto e la proposta politica del Pd. Non più il partito dei poteri forti ma un Pd che guardi agli ultimi e alle fasce sociali, elementi che erano stati alla base dell’azione politica del Pd quando venne fondato”.
Il voto per le Primarie è ormai alle porte e Calanna non risparmia bordate a Matteo Renzi, la cui segreteria nazionale del Pd è diventata specchio riflesso di una stagione di governo scandita dal paradigma dell’uomo solo al comando: “Io sono fiducioso per quello che sarà intanto il risultato di Emiliano ma soprattutto capisco e comprendo molto bene che Renzi abbia voluto mantenere sottotono queste primarie, evitando di dargli spazio e risalto politico e mediatico. Renzi è consapevole del fatto che in questa società i messaggi giusti, quelli che parlano realmente al cuore della gente, sono vincenti. E allora queste Primarie devono essere un punto di partenza, di ripartenza, comunque vada. Il confronto, in ogni caso, proseguirà anche dopo ed Emiliano ha già vinto perché ha portato il dibattito all interno del PD, in un partito che non si interrogava ormai da parecchio tempo sui problemi del Pd né ancor prima su quelli dell’Italia. La Sicilia poi è fondamentale ed in questo processo politico di cambiamento la nostra isola deve essere la piattaforma di libero scambio con i paesi del Mediterraneo”.
“Emiliano punta ad un partito che si preoccupi in primis del disagio sociale. Non possiamo essere il partito dei “poteri forti” ma dobbiamo essere invece quello degli ultimi. Soltanto contrastando il disagio sociale possiamo fermare il populismo. Emiliano è una specificità all interno del PD ed è un’opportunità per il Paese. Non potrei immaginare questo congresso senza Emiliano e con il solo Renzi. Io non lascio il Partito Democratico, c’ero prima di Renzi e prima di Emiliano. Le battaglie voglio farle da dentro il partito, non condivido l’identificarsi in un leader e l’ho detto e lo ripeto con fermezza”.
Poi Calanna analizza il voto francese e i riflessi che potrebbe avere, ad effetto domino, sulle consultazioni nazionali e regionali in Italia. “L’esperienza francese in questo momento ci consegna una lezione. La Sinistra radicale li ha il 19 per cento. Tutta la Sinistra francese se si fosse presentata compatta sarebbe andata al ballottaggio. In Italia, nel Pd, bisogna capire che non possiamo lasciare la rappresentanza del disagio ad altri, dobbiamo rappresentarla, ascoltarla e governarla noi. Mantenere assieme il partito è la condizione essenziale per una prospettiva di contrasto al populismo. In Francia c’è la Le Pen, in Italia i vari Grillo e Salvini, ed altro non fanno che dare uno sfogo al disagio per intercettare il “voto di pancia”. Ma la risposta al disagio deve arrivare con le proposte e con i programmi”.
Ma nel territorio messinese, “tradito” dalla pochezza dell’attuale classe politica, delusa dalla stagione accorintiana e illusa dal renzismo, cosa può portare Michele Emiliano? “A Messina – risponde Calanna – Emiliano avrà una percentuale di consensi molto alta, che andrà oltre i livelli nazionali e regionali. La mozione Emiliano è una proposta di valori di una politica che riconquista lo spazio dell’etica e che dà voce alla gente. Michele Ha una marcia in più e lo dimostrerà. Semmai il problema che bisogna iniziare ad affrontare è che il Pd a livello regionale si deve svegliare. Manca il progetto e manca il cuore. I siciliani percepiscono il Pd come un luogo di scontro tra correnti più o meno organizzate. La mozione Emiliano può servire ad introdurre una grande novità a Messina e più in generale in ambito regionale siciliano, per riportare questo partito ad essere il partito guida in Sicilia. Il futuro passa da tre parole: progetti, cuore e passione”.