Ore 16.07 di venerdì 6 ottobre. Eccolo l’orario esatto che a Messina stoppa ufficialmente Arcipelago Sicilia, lista che faceva riferimento alla candidatura di Fabrizio Micari e che soprattutto aveva il governatore uscente Rosario Crocetta come capolista. Nella stessa lista c’erano anche Nicola Barbalace, Nunziato Grasso, il neo assessore regionale Aurora Notarianni, Gaetano Isaja, Alessandra Colina, Sandra Raffa e Massimo Simeone. L’esclusione è uno tsunami che promette pesanti ripercussioni e un sostanziale regolamento politico di conti tutto interno alla coalizione guidata in questa tornata elettorale dal rettore palermitano Micari.
La questione è già finita, ovviamente, alle carte bollate con il ricorso di rito per scongiurare l’esclusione ma determinante potrebbe rivelarsi, nello specifico, un errore che sarebbe stato commesso in fase di presentazione della lista adesso esclusa. I rappresentanti di Arcipelago Sicilia sarebbero entrati infatti nell’area dedicata alla consegna della documentazione alle ore 16 senza però far mettere a verbale l’orario in oggetto è così agli atti verbalizzati risulta che la consegna è avvenuta alle 16.07, sette minuti oltre il termine utile consentito per la prenotazione delle liste. Quei sette minuti, insomma, cambiano la storia e risulterebbero difficilmente ora ribaltabili sul piano prettamente giuridico.
Negli ambienti della coalizione che fa riferimento a Fabrizio Micari si starebbe già guardando al “piano B” e, a quanto pare, a qualcuno non dispiace lo scenario in essere, come ne, caso del Pd di Messina che punterebbe ad un secondo seggio per l’Ars e a percentuali più larghe di quelle che erano state messe in agenda in uno scenario comprensivo anche di Arcipelago Sicilia. Se per quanto riguarda il voto al candidato governatore le preferenze potrebbero comunque convergere Micari anche senza quella lista, assai differente è il discorso per le preferenze per l’Ars, dove una volta saltati gli schemi ora si teme una sorta di “liberi tutti” e qualche “imboscata” in grado di stravolgere gli equilibri.
Il provvedimento che riguarda il ritardo della presentazione entro i termini previsti esclude, lascia fuori e manda su tutte le furie Crocetta e quelli del Megafono e anche stamattina lo staff del presidente ha cercato di far luce sul “giallo” nel tentativo di capire come si sia potuto registrare il problema di documentazione e di consegna di elenchi. Si stanno accendendo i riflettori su chi ha sbagliato e su come sia stato possibile un autogol politico a dir poco madornale. Per adesso la sola certezza è che la lista Arcipelago Sicilia è fuori dai giochi e sono ridotte al lumicino le speranze di rientrare nella competizione.
AGGIORNAMENTO ORE 15:20
“Abbiamo dato mandato ad un pool di avvocati affinché venga predisposto il ricorso per la riammissione della lista ‘Micari Presidente’ nel collegio di Messina per poter competere ad armi pari con gli altri schieramenti. Riteniamo di avere in nostro possesso elementi utili per l’accoglimento del ricorso”. Lo dice Giovanni Di Salvo, coordinatore del Comitato elettorale di Fabrizio Micari, candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Siciliana.
“Presenteremo ricorso domani al Tar chiedendo la riammissione della lista Arcipelago”, aggiunge Francesco Calanna del Pd. “La lista – aggiunge – non andava esclusa. Alle 16 il nostro delegato era regolarmente in Tribunale per depositarla. Mi dicono che nella fretta avessero sbagliato cartella e che uno dei delegati si sia recato in macchina per recuperare il resto dei documenti. Non c’è stato nulla di grave, al massimo era necessaria integrazione. Siamo fiduciosi che tutto si possa aggiustare”.
Ecco la nota di Crocetta: “Domani depositeremo al Tar di Palermo due ricorsi, uno io, l’altro Micari. Ci sono dei precedenti della giurisprudenza; comunque ci rimettiamo alla decisione del Giudice. Sono dispiaciuto – dice il governatore – anche se non avevo l’ansia di andare a fare il deputato regionale, però è evidente che quanto accaduto danneggia la coalizione. Non ci voleva, dopo tutti i sacrifici che ho fatto“. Secondo Crocetta la lista avrebbe potuto contare su “35 mila preferenze”, mentre sul rischio di non superare lo sbarramento del 5% previsto dalla legge elettorale siciliana per eleggere parlamentari all’Ars, dice: “Faremo una battaglia per il 5%, ci possiamo arrivare. Tenteremo di incrementare la campagna elettorale nei collegi dove siamo presenti”.