I rifiuti invadono le strade ma mancano i mezzi; arrivano le vetture ma la cerchia di personale è parecchio ristretta; c’è la volontà di rinvigorire l’organico ma le assunzioni sono bloccate dal mancato via libera al piano di fabbisogno. Parlare del rapporto tra Rap e Palermo è una sfilata di “ma” e incognite sul futuro. I prossimi mesi saranno fondamentali per l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel capoluogo siciliano. Tutto ruota su un unico punto focale, l’approvazione del piano industriale: ‘work in progress‘.
Il neo assessore Alongi, subentrato da meno di un mese a Mineo, non ha avuto ancora il tempo di prendere le giuste misure. Sul tavolo lo aspetta un’ingarbugliata matassa da sciogliere, alleggerita però dall’approvazione del bilancio consuntivo 2021, a giugno, e di quello del 2022, a novembre.
I tempi si preannunciano lunghi ma necessitano di essere ristretti. Dopo anni di mezzi fatiscenti, sono infatti parcheggiati da oltre un mese, a Partanna Mondello, le 171 vetture nuove di zecca per la raccolta differenziata. Uno spreco che ha del paradosso considerando la bassa percentuale, piantata la 16%. Il motivo? Manca il personale. Eppure sarebbe tutto pronto per i 46 nuovi autisti e i 306 operatori ecologici, se non fosse che il concorso è fermo al palo da quasi un anno. Assunzioni che in tal modo non possono essere portate a termine da Todaro.
Il presidente di Rap ha rassicurato sui rapporti con l’esponente forzista: “L’assessore è disponibile e lavoriamo per un piano complessivo“. Una strada appena imboccata che, nonostante il timido ottimismo, richiederà ancora un po’ per far venire alla luce il nuovo piano industriale e soprattutto l’atteso piano di fabbisogno, valido per sbloccare il cavillo assunzioni: “Stiamo discutendo con il Comune per risolvere il problema delle certificazioni“.
Per sopperire alle assenze, come un cane che si morde la coda, la soluzione, a oggi, continua a essere l’esternalizzazione dei servizi a ditte private. Il processo, a piccoli passi, in realtà, è in corso: esiste già la raccolta di carta e cartone, in alcuni punti della città, ed è stata aggiudicata una gara per la raccolta dei rifiuti ingombranti. Una decisione che nasconde però una doppia faccia. Se da un lato il servizio è garantito, dall’altro le ripercussioni economiche sono evidenti. Un “gioco“, quest’ultimo, con milioni di euro all’anno in ballo. Ne è consapevole Todaro che prova a districare il complesso intreccio.
Visti gli sviluppi degli ultimi sei mesi, il 2024 potrebbe rivelarsi l’anno giusto per iniziare a ricucire il rapporto e la fiducia nel triangolo tra cittadini, Comune e Rap? La prima metà dell’anno dovrebbe regalare il trattamento meccanico dei rifiuti (Tmb) e la seconda tranche della settima vasca di Bellolampo. Anche se i ritardi per la consegna del primo lotto sono stati notevoli e poco incoraggianti.
Intanto, nell’attesa che il servizio ritrovi una sua giusta dimensione, si susseguono, scadenza dopo scadenza, le proroghe degli accordi su straordinari e i doppi turni. “E’ un periodo lungo che va avanti da quasi due anni. Con senso di responsabilità abbiamo prorogato nuovamente gli accordi fino al 15 gennaio. Sul contratto di servizio tra Rap e Comune non è previsto che l’azienda debba svolgere il servizio di domenica, se non con tre pattuglie sul campo. E’ precisato solo il numero di equipaggi e di mezzi che devono uscire“. Ha dichiarato Dionisio Giordano, segretario generale Fit Cisl Sicilia, che ha sottolineato come “in città il problema della raccolta dei rifiuti è vissuto con grande priorità e valenza. Non si comprende come mai, dopo l’approvazione del bilancio, avvenuta con la presenza del sindaco in azienda, non ci si sia subito adoperati per consentire ai nuovi mezzi di poter viaggiare per strada“.
Le difficoltà sono messe in luce da quella che è vista come una “doppia velocità” della macchina amministrativa. “Il consiglio comunale ha approvato, un mese fa, il credito di 20 milioni verso l’azienda ma – afferma Giordano – ancora non sono arrivati. C’è una politica che si è espressa con un voto e una parte della macchina burocratica ferma, un po’ più zoppa“.