Raquel Sanchez Silva, la vedova di Mario Biondo, ha denunciato la famiglia del cameraman palermitano trovato morto il 30 maggio 2013 in Spagna, nell’appartamento dove viveva insieme alla presentatrice e showgirl spagnola.
“La “vedova” – spiega la madre di Mario Biondo – ha denunciato me, mio marito, mia figlia e il gruppo Mediaset per la trasmissione delle Iene del 5 ottobre scorso, i suoi avvocati hanno detto alla polizia spagnola che quello che è andato in onda non sarebbe la verità. Stranamente la “vedova” è sempre pronta a denunciare la nostra famiglia ma si è alienata da noi nel denunciare Maria José Abenza Rojo (medico legale spagnolo) che – continua la signora Santina – ha dichiarato il falso in atto pubblico e Paolo Procaccianti per manipolazioni di reperti”. Poi il messaggio della madre di Mario Biondo proprio a Raquel Sanchez Silva: “Raquel le tue denunce non ci fermeranno, noi abbiamo sempre detto la verità con le prove”.
Mario Biondo fu trovato morto il 30 maggio 2013, le autorità spagnole hanno considerato il caso come un suicidio ma la famiglia non si è mai arresa e sta continuando la battaglia, nell’incrollabile convinzione che il ragazzo sia stato ucciso e che dopo l’omicidio sia stato inscenato un depistaggio. Al momento,
Raquel Sánchez Silva ha deciso di sporgere denuncia attraverso i suoi avvocati per quella che a suo dire sarebbe “un’autentica campagna di molestie attraverso i social e con l’aiuto del Gruppo Mediaset”. La denuncia è stata presentata presso gli uffici dell’Unità centrale per la criminalità informatica, a Madrid. La donna, attraverso il tramite dei suo legale, ritiene siano state poste in essere “infondate accuse” nei suoi confronti circa comportamenti che sarebbe stati atti “a nascondere informazioni rilevanti su questa vicenda, se non di essere il diretto responsabile”. Da qui la presentazione della denuncia che richiama pubblicazioni social della famiglia Biondo inerente il periodo che va dagli anni dal 2014 al 2020, – secondo la donna – “tutte offensive e tutte finalizzate a molestare e fare pressioni su di lei”.
Intanto si attende la decisione della magistratura palermitana sul ricorso dalla famiglia di Biondo con istanza di opposizione all’archiviazione delle indagini sulla morte del cameraman. Il giudice sta valutando alcuni ulteriori elementi di prova forniti dal nuovo collegio di periti in aggiunta a quelli già nominati. Nel procedimento penale in Corte d’Appello i familiari di Biondo, per dimostrare che si è trattato di un fatto omicidiario, si sono affidati ad un collegio di super-periti guidato dal più noto e stimato esperto in Italia nell’analisi scientifica del crimine, il Generale dei Carabinieri, Luciano Garofano.