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Recovery Plan, protesta dei sindaci del Sud il 25 aprile. E intanto occupano le aule consiliari

mercoledì 21 Aprile 2021

Il giorno 25 aprile 500 sindaci del Sud, in delegazione per non creare assembramenti, e che hanno deciso di aderire alla Rete “Recovery Sud“, manifesteranno a Napoli, a piazza Plebiscito, per onorare il giorno del settantaseiesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo ma anche e soprattutto per protestare contro l’iniqua distribuzione delle risorse del “Recovery Plan“.

Infatti, non sarebbero stati rispettati i criteri di distribuzione delle finanze stabiliti dall’Unione Europea. Anche il ministro del Sud, Mara Carfagna, ha sottolineato che se si fossero seguiti i criteri europei, al Mezzogiorno sarebbero spettati più del 60% delle risorse messe a disposizione. Invece attualmente solo il 40% del totale sarà indirizzato al Sud, oltretutto con il benestare dell’ANCI.

La manifestazione di Napoli del 25 aprile, città simbolo del Sud, nasce dall’insoddisfazione degli amministratori meridionali, privati di finanziamenti fondamentali per la tenuta socio-economica dei propri territori. Infatti, lo stesso giorno, sempre a piazza Plebiscito, verrà anche organizzato un flash mob, che inizierà alle 12.00 e nel quale la delegazione dei 500 sindaci indosserà la fascia tricolore, con lo scopo di riaffermare il valore della coesione nazionale e dell’equa distribuzione delle risorse. Un modo per cercare di ridurre in qualche misura il divario storico tra Nord e Sud del Paese e rivendicare i propri diritti.

Inoltre, la delegazione consegnerà al Prefetto di Napoli un documento congiunto, contenente le proposte formulate dai sindaci e da indirizzare al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, nel quale verrà richiesta una rimodulazione della distribuzione delle risorse.

In questo contesto, alcuni sindaci siciliani si stanno mobilitando con tempestività, promuovendo una protesta, tutta siciliana, contro la mancanza d’osservazione dei criteri Ue nell’elargizione delle risorse del “Recovery Plan”. Un dissenso che sarà espresso attraverso l’occupazione della sala consiliare del proprio comune da parte di ogni sindaco che aderirà all’iniziativa. In particolar modo, questa aperta contestazione siciliana dovrebbe prendere le mosse questo pomeriggio per protrarsi anche nella giornata di domani 22 aprile, con una diretta facebook prevista per le ore 17.00.

Non si stanno rispettando i parametri europei perché le lobby economiche e finanziarie del Nord – dichiara il sindaco di Castelbuono Mario Cicerostanno facendo pressione, e non è la prima volta, per poter rubare questi soldi al Mezzogiorno. C’è il silenzio assordante dell’Anci, che è l’associazione nazionale dei comuni d’Italia, il silenzio assordante dei senatori e dei deputati del Mezzogiorno d’Italia, ad eccezione di qualcuno. Ma i partiti non stanno facendo niente”.

I centri di potereprosegue il sindaco -sono a Milano, Roma a Torino, non sono né a Palermo, né a Napoli. La cosa drammatica è che la politica si è piegata a questa logica degli interessi e delle lobby. E non abbiamo una classe politica all’altezza, sia a livello regionale sia al Senato e alla Camera. Se i senatori e i deputati nazionali del Sud Italia prendessero coscienza di quello che sta accadendo, potrebbero mettere in crisi il Governo domani mattina. Perché è una cosa assurda che non si mantengano gli impegni della Commissione europea che pianifica in un certo modo e poi, invece, in Italia ci rubano i soldi“.

Abbiamo indirizzato una lettera -ricorda Cicero – al presidente della Commissione europea, sperando che ci risponda. Un’altra al presidente della Repubblica e mi dispiacerebbe se non dovesse rispondere perché in quel caso c’incazzeremmo. Poi stiamo organizzando questa manifestazione a Napoli il giorno 25 aprile. E io stasera occuperò l’aula consiliare del mio Comune perché voglio alzare lo scontro. Noi ci stiamo mobilitando ma possiamo mobilitarci con le vie legali, non possiamo prendere né i forconi, né i mitra e andare a Roma a fare la rivoluzione. C’è una logica feudale, una logica aberrante, umiliante di come veniamo trattati. I sindacati e le associazioni di categoria non stanno facendo niente. La logica è filo nordista. Le lobby economiche sono lì”

Di fronte a questo generale immobilismo risulta davvero difficile cercare di sanare o per lo meno ridurre il divario Nord-Sud che storicamente ha caratterizzato e continua a caratterizzare le vicende dell’Italia unita. Infatti, il sindaco di Castelbuono sottolinea che “Il finanziamento della Commissione europea nasce proprio per questo. La Comunità europea stanzia 2o0 miliardi di euro per superare il divario. Ma c’è questo furto. In Sicilia alcune opere strategiche come, per esempio, la linea ferrata che avrebbe dovuto collegare Palermo-Messina-Catania salterà e si farà soltanto la Palermo-Catania. Stanno rubando per l’ennesima volta la Sicilia“.

Quindi un immobilismo preoccupante che si registra a più livelli. Probabilmente, molti di coloro che dovrebbe difendere gli interessi del Meridione non fanno fino in fondo il proprio dovere. “Le Organizzazioni di categoriatiene a rimarcare il sindaco di Castelbuono -, i sindacati, l’Anci, i sindaci delle città metropolitane della Sicilia non stanno facendo niente. Hanno l’obbligo morale di difendere la Sicilia. Confindustria, la CNA, la Confesercenti, la Confcommercio, la Coldiretti. Cosa stanno facendo su questo argomento? Niente, c’è il silenzio totale. Ci stiamo muovendo noi sindaci e la Conferenza episcopale. I vescovi sono con noi“.

Noi auspichiamo – conclude Cicero, guardando all’immediato futuro -che il Governo nazionale riveda questa ridistribuzione delle somme e ci dia il dovuto. Non dico il 68% ma magari il 60%. Parliamo di altri 60 miliardi di euro che si stanno rubando per portarli al Nord. Sono dei ladri. Ci spetterebbe di diritto il 68% della somma, secondo quanto stabilito dalla Comunità europea, invece, ci arriverà il 40%“.

 

 

 

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