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Reddito di Cittadinanza, una misura che divide la politica

venerdì 2 Ottobre 2020

Il Reddito di Cittadinanza  è una misura che ha fatto discutere sin dagli albori della sua approvazione, e che adesso, con la scadenza dei primi 18 mesi per la maggioranza degli aventi diritto, diventa un argomento di strettissima attualità destinato a occupare una porzione importante dei dibattiti politici.

Il Movimento 5 Stelle, che ha improntato la propria vita elettorale sulla sua istituzione poi effettivamente avvenuta durante il Governo Conte I, continua a difendere il provvedimento, che secondo il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio  ha bisogno semplicemente di un “tagliando”. Tuttavia il Reddito è stato  messo più volte in discussione negli anni soprattutto a causa della sua scarsa incisività in ambito occupazionale, vedasi l’emblematica vicenda dei Navigator.

Su questo aspetto negli ultimi tempi sono arrivate le maggiori critiche da parte dell’altra ala governativa, quella di sinistra. Gia settimana scorsa il vice-segretario del Pd Andrea Orlando aveva ufficialmente annunciato che avrebbe chiesto al premier Conte e agli alleati di Governo di “ripensare un meccanismo che è servito per evitare una crisi sociale, ma che adesso dovrà diventare anche uno strumento che consenta alle persone di trovare lavoro”. Ancor più drastico invece il giudizio di Pier Ferdinando Casini che ha parlato di una misura “che è servita per dare aiuto alle persone indigenti ma che si è rivelata un fallimento nel principale obiettivo che aveva di aiutare ad inserire nel mondo del lavoro”. 

In una stagione politica che sarà già connotata dalle scelte in merito all’utilizzo delle risorse del Recovery Fund il Reddito di Cittadinanza rischia di essere, per non dire che già è, uno degli argomenti su cui si gioca la partita della stabilità per l’attuale governo in carica. Senza dimenticare in tutto questo gli scenari attuali come quello che si è creato in Sicilia.

Nella nostra regione secondo i dati forniti dall’INPS da Dicembre 2019 ad Agosto 2020 il numero di domande accolte per l’erogazione del benefit è stato di 214.885, 52.543  in più rispetto all’anno precedente, con un incremento di oltre il 30%. Nel frattempo per 100.000 dei beneficiari della Regione è scattata la sospensione con l’assessore regionale del Lavoro Scavone che nei giorni scorsi ha scritto al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo chiedendo il ripristino dell’assegno in tempi più veloci possibili paventando un rischio di sommossa popolare.

Catalfo, ministro in quota 5 Stelle, quest’oggi in un incontro a Milazzo ha parlato dei successivi step previsti per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza, soffermandosi però sull’aspetto occupazionale e non su quello contributivo: “Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza siamo ancora in una fase di attuazione, bisogna tuttavia accelerare e anche nella Regione siciliana ci sarà la possibilità di ampliare le risorse umane dei Centri dell’impiego che in Sicilia verranno aumentate di 1200 persone”.

Tra prospettive nebulose e strategie politiche da definire quella del Reddito di Cittadinanza resta, in Italia come in Sicilia, una questione ancora più che aperta.

 

 

 

 

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