Ormai le candidature del centro sinistra e centro destra sembrano completate, perlomeno a livello di presidenza e vicepresidenza. Intanto va segnalato un elemento importante: la necessità da parte dei partiti di rivolgersi a professionisti affermati per essere credibili! I vari Micari, Armao, La Via, Lagalla sono tutti docenti universitari affermati, che hanno un curriculum di tutto rispetto nella vita accademica e professionale.
Pare che la competizione avverrà tra questi due poli e che i cinque stelle abbiano meno possibilità di vincere. Nel caso in cui arrivasse a vincere Cancellieri sarebbe estremamente complesso immaginare una tale rivoluzione cosa potrebbe portare.
Ma supponiamo che vinca uno dei due raggruppamenti. La speranza è che Musumeci-Armao- La Galla- o Micari -La Via possano rivoluzionare il Governo della Regione e portare quella ventata di cambiamento necessario.
Invece io penso che in ogni caso, vinca l’uno o l’altro, tutto questo sarà difficile che avvenga per diversi motivi:
A) a livello di visione ancora non è chiaro, anche a loro, quali sono le reali esigenze della Sicilia. I conti con i numeri non mi pare li abbiano ancora fatti. Cinque milioni di abitanti, 1.350.000 occupati compresi i sommersi, esigenza di saldo occupazionale 900.000 posti di lavoro per andare allo stesso rapporto dell’Emilia Romagna! Si parla di tutto e di più , start Up, agricoltura, turismo beni culturali ,ma poco di attrazione di investimenti dall’esterno dell’area e delle condizioni e degli strumenti perché ciò avvenga !
Certo siamo ancora all’inizio, anche se il buongiorno si vede dal mattino;
B) i raggruppamenti articolati che sostengono le due coalizioni, a vittoria avvenuta, vorranno pagato il conto. Che non prevede che tali eccellenze accademiche o politiche si occupino di sviluppo ma che soddisfino le clientele che li hanno supportati. I vari Romano, Micciché, Meloni, Cascio da un lato e Orlando, Cardinale, Crocetta/Lumia Faraone, Ferrandelli dall’altro chiederanno che le richieste della propria base, in genere raggruppamenti organizzati, macchine da guerra nell’organizzazione del consenso, oltre che quelle personali, vengano soddisfatte. A maggior ragione considerate le elezioni nazionali vicine e quindi la forza di pressione posseduta.
Malgrado la volontà e gli sforzi che potranno e vorranno fare si troveranno richieste precise per continuare la salvaguardia delle rendite di posizione acquisite e che difficilmente si vorranno perdere. Quindi i protetti rimarranno tali ed i disperati continueranno ad emigrare.
Il Governo centrale, d’altra parte non potrà non fare i conti con le esigenze di bilancio e di debito pubblico, per cui grandi risorse per alta velocità, infrastrutture o politiche fiscali differenziate, Ponte sullo Stretto non potranno essere disponibili per la Sicilia. Purtroppo il processo di cambiamento non può avvenire dal vertice ma deve cominciare dalla base. E non mi pare che la base abbia conseguito la maturità per pensare al bene comune piuttosto che ai vantaggi personali.