Modello Draghi in Sicilia e apertura del campo del centrosinistra ai moderati alle Regionali sono i temi che hanno caratterizzato l’incontro clou della Festa dell’Unità con Antonello Cracolici, Giuseppe Lupo, Giancarlo Cancelleri, Claudio Fava, Mariella Maggio e… Gianfranco Micciché.
Il primo a sdoganare il fatto che un coordinatore regionale di Forza Italia si trovi in questa platea è lo stesso Micciché: “Io sono sempre andato alla Festa dell’Unità, mi hanno sempre invitato. Evidentemente non mi considerano pericoloso“, ha detto il presidente dell’Ars. L’invito a Miccicheé aveva provocato malumori tra i dem. “Ho letto che Gianfranco Micciché sarà fra i relatori alla Festa de l’Unità di Palermo all’interno di un dibattito che somiglia più al tentativo di costruire una coalizione pasticciata che ad un tavolo di discussione sulla Sicilia. Una situazione davvero imbarazzante“, aveva affermato Antonio Rubino, coordinatore regionale di Left Wing durante una riunione organizzativa per l’evento di giorno 11 ottobre che vedrà la presenza di Matteo Orfini a Palermo.
Ma a Villa Filippina dalle parti dem si respira un’aria diversa e i moderati del centrodestra incassano il benvenuto di Antonello Cracolici: “Il centrodestra che abbiamo conosciuto non c’è più. La figura di Berlusconi adesso è meno centrale. Il centrodestra è caratterizzato da una destra che ha bisogno di radicalizzarsi facendo leva sulle paure. I moderati del centrodestra dovranno prima o poi interrogarsi: quel modello politico è sicuramente al capolinea. Noi guardiamo a una prospettiva di campo largo“. Così il deputato all’Ars del Pd.
Diversa la posizione di Giancarlo Cancelleri, già due volte candidato alla Presidenza della Regione con il Movimento 5 Stelle, che fissa i paletti: “Non è possibile un percorso comune con chi oggi è al governo di questa Regione e lo sta facendo chiaramente male. Chiunque oggi siede fra i banchi del governo Musumeci non può essere un nostro interlocutore. Ed è così tanto per noi quanto per il Pd“, ha affermato parlando con i giornalisti.
Discorso simile quello di Claudio Fava, che parte dal commento al governo Draghi e alla possibile ‘replica’ nell’isola: “Non penso che le formule romane possano essere applicate in Sicilia“, afferma il deputato all’Ars e presidente della commissione regionale antimafia nel corso del dibattito alla Festa dell’Unita’. “A Roma non sono andati al voto – aggiunge – si sono trovati davanti a un’emergenza e Mattarella ha chiamato Draghi per traghettare il nostro Paese fuori da questa situazione. La missione del governo Draghi non è politica. E’ assurdo pensare che alle prossime elezioni politiche Lega, M5S, Pd e Forza Italia si presentino insieme perché insieme hanno governato col governo Draghi. E lo stesso anche in Sicilia“.