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Si è svolto a Piazza Parlamento, davanti l’Assemblea Regionale Siciliana, un sit-in, non di protesta, ma anche di proposta dei precari ASU, affinché venga trovata una soluzione definitiva e inoppugnabile alla loro vertenza.
La manifestazione è stata organizzata dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, , Ale/Ugl Asu, Csa, Confintesa, Cobas/Codir, Sinalp, Ugl e Usb.
La finanziaria regionale ha già previsto una norma specifica, l’art 57, con parere favorevole del governo regionale, d’intesa con la Commissione Bilancio dell’Ars, per la stabilizzazione di circa 5000 lavoratori ASU con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
In particolare, dopo che l’articolo 57 della Finanziaria è stato riscritto dalla V Commissione Lavoro, che ha recepito le richieste di emendamenti dei sindacati, che la II commissione Bilancio abbia varato lo stesso provvedimento, è necessario che i parlamentari dell’Ars pongano la massima attenzione, affinché le risorse per la storicizzazione della spesa siano corredate degli atti necessari a scongiurare una probabile impugnativa da parte dello Stato.
La preoccupazione dei sindacati e dei lavoratori è, infatti, che l’approvazione della norma che avvia il meccanismo di stabilizzazione possa tradursi nell’ennesima beffa a danno dei precari regionali Asu, qualora il CDM dovesse impugnare l’articolato di legge.
“Noi chiediamo la storicizzazione della spesa: se viene previsto un contributo da versare a titolo di sostegno agli enti che stabilizzano, è chiaro che debba trattarsi di un contributo a regime, in maniera strutturale e per sempre, come è avvenuto per i contrattisti. Senza questa clausola della storicizzazione , che pare manchi nel provvedimento approdato in Commissione bilancio, ed è fondamentale, nasce la perplessità, perché superati i tempi del sussidio (5 anni), gli enti locali si troverebbero con un vuoto economico, poiché essi non detengono somme cospicue per autorizzare la stabilizzazione”, dichiarano i sindacati.
Insomma, senza la cd. storicizzazione della spesa gli enti locali che si avvalgono del personale Asu si trovano in difficoltà, perché devono prevedere nelle delibere di assunzione il provvedimento di collocazione dei lavoratori a tempo indeterminato. Difficile per un amministratore pubblico locale prevedere questo tipo di contratto se manca sicurezza e garanzia nella copertura delle spese.
“Già con la Finanziaria del 2019, lo Stato aveva previsto per le 4 regioni (tra cui la Sicilia), per cui i pagamenti dei soggetti Asu sono a carico delle risorse del fondo nazionale per l’occupazione, una deroga che consentisse la stabilizzazione degli stessi, senza che i soggetti venissero preventivamente individuati come lavoratori che gravavano giuridicamente ed economicamente sul numero delle risorse umane degli enti”.
E’ un richiamo al Decreto Milleproroghe per il 2021, un provvedimento legislativo che incide sul reclutamento della forza lavoro in determinati comparti della Pubblica Amministrazione, e che trova la sua radice nella riforma della P.A., la legge Madia, la quale ha posto il tema della stabilizzazione dei precari. Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno riformulato e approvato una proposta di vari gruppi per dare un anno in più ai precari della Pubblica Amministrazione: si prevede che i tre anni di contratto, anche non continuativi negli ultimi 8, vadano maturati entro il 31 dicembre 2021 (e non fine 2020).
“Dopo 24 anni è necessario assicurare in Finanziaria le risorse per le stabilizzazione dei lavoratori Asu. Il 2021 – concludono i sindacati – dev’essere l’anno della stabilizzazione, l’anno in cui tutto questo finisce con un rapporto di lavoro vero, con il versamento dei contributi, con un salario decente e proporzionato al lavoro svolto. In una parola, con la stabilità tanto attesa”.