“Voglio mani libere. Meglio musei puliti e funzionanti che grandi mostre”. Così in un’intervista all’edizione palermitana di Repubblica il neo assessore ai Beni culturali della Regione siciliana, Sebastiano Tusa, che sottolinea come la collaborazione con Vittorio Sgarbi sia limitata. “La mia idea – spiega – è quella di un assessorato che sia vetrina per la Sicilia non per chi lo guida”. “Io – dichiara – ho avuto buoni rapporti con tutti i politici. Anche a sinistra. Chieda ad Angelo Capodicasa, per dire. Alla fine degli anni ’90 fu l’assessore Federico Martino, comunista, a dare una sede al Gias, il gruppo per l’archeologica subacquea”.
“Sono un liberale – aggiunge –. I miei riferimenti sono Calamandrei, Spinelli, Galante Garrone”. “Sgarbi – sottolinea Tusa – l’ha nominato Musumeci, non io. E la sua collaborazione è limitata agli eventi di grande portata e alla ricostruzione del Tempio G, che peraltro per me si può fare solo parzialmente”.
“La mia idea – puntualizza – è quella di un assessorato che sia vetrina per la Sicilia, non per chi lo guida. Le grandi mostre sono importanti ma la priorità è tenere bene, puliti e ben organizzati, i musei e le zone archeologiche. Niente più chiusure di siti per mancanza di custodi. I quali vanno gratificati, non solo economicamente. Ma devono essere pronti anche a spostarsi di qualche chilometro: devono capire che sono dei privilegiati, perchè in giro c’è tanta gente che non ha lavoro”.
“Bisogna nominare i sovrintendenti di Trapani e Catania – annuncia – e mettere mano all’accorpamento dei centri di restauro e catalogazione”. “Serve programmazione e applicazione costante. Mi passi una metafora figlia del mio lavoro: occorre non più navigare ma cominciare a immergersi nei problemi”, conclude.