Le società a totale o maggioritaria partecipazione della Regione, dovranno procedere, entro il 30 aprile, alla predisposizione di un piano di rientro per la riduzione delle spese correnti pari al 3% rispetto a quelle sostenute nell’anno precedente. Se non lo faranno è prevista la decadenza degli organi di amministrazione e una eventuale azione di responsabilità nei loro confronti. Lo prevede una norma della legge di stabilità approvata dal governo Musumeci, prevista nell’ambito dell’accordo con Lo Stato sul disavanzo.
“La proposta mira a un efficientamento della spesa degli enti pubblici e privati che, a vario titolo, usufruiscono di contributi regionali – si legge nella relazione di accompagnamento -. L’introduzione di una rendicontazione aggiuntiva, rendendo più efficace il controllo della spesa degli enti, consentirà di determinare l’effettivo fabbisogno finanziario per gli esercizi successivi a quello di riferimento”.
“Al fine di contenere il costo dell’indebitamento, la proposta prevede che l’assessore per l’Economia, previa delibera della giunta regionale e sentita la commissione Bilancio dell’Assemblea siciliana – si legge ancora – è autorizzato a definire operazioni di revisione, ristrutturazione e rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento finanziario in essere al 31 dicembre 2020, anche mediante rifinanziamento con altri istituti”.