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Le indagini

Rifiuti, inchiesta Oikos e Rap: Gup etneo ammette le parti civili

martedì 22 Luglio 2025
L’ammissione delle richieste di costituzione di parti civili ha caratterizzato l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla Procura di Catania, di 25 persone nell’ambito dell‘inchiesta sulla gestione di rifiuti legata alla società partecipata Rap di Palermo e sulle discariche Valanghe d’inverno e Tiritì dell’Oikos, tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia.
Il gup Luigi Barone ha accolto tutte quelle presentate: i Comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco la Città Metropolitana di Catania, il comitato ‘No discarica, nell’associazione Zero Waste Sicilia, Legambiente e Codacons. Delle parti offese individuate dalla Procura di Catania non si sono costituite il ministero dell’Ambiente, la Regione Siciliana e il Comune di Palermo. Il gup ha aggiornato l’udienza al prossimo 9 ottobre per decidere sull’eccezione di incompetenza territoriale avanzata dalle difese.  Lo stesso giorno saranno sentiti alcuni dei tre imputati che hanno annunciato l’accesso al rito abbreviato.
Tra i 25 imputati c’è anche il capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, in qualità di dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e rifiuti, incarico che ha ricoperto dal 1 agosto 2018 al 18 giugno 2020, e gli imprenditori Orazio e Domenico Proto.
L’inchiesta è basata su indagini dei carabinieri del Noe e della sezione di Polizia giudiziaria dell’Arma.  Secondo un capo d’imputazione, dalla Rap di Palermo sarebbero stati conferiti nelle discariche gestite dall’Oikos rifiuti urbani indifferenziati e non come frazione secca, come previsto, per l’inadeguatezza e l’inefficienza degli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) fisso e mobile in uso nella discarica di Bellolampo.
Un faro è stato acceso dalla Procura anche sul progetto esecutivo di ampliamento delle discariche dell’Oikos in cui di un dirigente e di un funzionario della Regione, Natale Zuccarello e Gianfranco Cannova, secondo l’accusa, avrebbero “omesso di procedere ai controlli sull’impianto di percolato”, autorizzando “la gestione abusiva in presenza di carenze progettuali”. La richiesta di rinvio a giudizio, che comprende anche le due società, la Rap di Palermo e l’Oikos di Motta Sant’Anastasia, è stata firmata dai sostituti procuratori Raffaella Agata Vinciguerra e Angelo Brugaletta, e vistata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.
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