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Attesa per la replica di Forza Italia

Rimpasto di deleghe al Comune di Palermo, Lagalla sceglie Brigida Alaimo per il Patrimonio

giovedì 9 Gennaio 2025
Brigida Alaimo

Colpo gobbo di Fratelli d’Italia al Comune di Palermo. Il sindaco Roberto Lagalla ha affidato ufficialmente la delega al Patrimonio a Brigida Alaimo. Una notizia circolata già ad inizio anno attraverso i microfoni sempre caldi di Radio Palazzo e che trova così conferma. L’assessore al Bilancio, succeduta nel ruolo all’ex vicesindaco Carolina Varchi, aggiunge un’area chiave a quelle già di sua competenza. L’esponente meloniana eredita così dal primo cittadino importanti fascicoli, come ad esempio il rilancio e la gestione di alcuni beni comunali (come ad esempio l’Ippodromo o lo stadio Renzo Barbera). Una scelta di cui non saranno contenti dalle parti di Forza Italia. Partito a cui la delega in questione è stata “sottratta” a novembre 2023, dopo il passaggio dell’ex coordinatore cittadino azzurro Andrea Mineo fra le fila di Fratelli d’Italia, proprio all’interno di quella corrente che fa capo a Carolina Varchi.

Lagalla sceglie Brigida Alaimo, le parole dell’assessore

Ad ufficializzare la scelta del sindaco è la prima determina sindacale di questo 2025. Poche righe nelle quali Roberto Lagalla afferma di voler assegnare la delega relativa al Patrimonio Comunale, a integrazione delle deleghe già conferite, all’assessora Brigida Alaimo“. Un vezzo linguistico, quella “a” finale al posto della normale “e”, non in linea con il vocabolario istituzionale di Fratelli d’Italia ma che, dalle parti dei meloniani palermitani, perdoneranno sicuramente al primo cittadino.

A commentare la scelta del capo dell’esecutivo comunale è la stessa Brigida Alaimo che, intervenuta ai microfoni de ilSicilia.it, ha dichiarato quanto segue. “Accolgo con grande entusiasmo e senso di responsabilità la decisione del sindaco Roberto Lagalla di conferire a Fratelli d’Italia un’ulteriore delega, che arricchisce il mio mandato da assessore e rafforza il nostro impegno per Palermo. Da oggi, oltre ai compiti già svolti, avrò l’onore di occuparmi anche del Patrimonio del Comune, una risorsa cruciale per lo sviluppo e il rilancio della nostra città“.

Il patrimonio pubblico – aggiunge Brigida Alaimo – è un elemento essenziale per il benessere della comunità e rappresenta un’eredità che abbiamo il dovere di tutelare, valorizzare e mettere a disposizione dei cittadini, in modo trasparente ed efficiente. Ringrazio il mio partito e il primo cittadino per la fiducia riposta in me, rinnovando il mio impegno a lavorare per una Palermo più moderna, proiettata verso il futuro ma rispettosa delle proprie radici storiche e culturali“.

La storia della delega al Patrimonio, si apre la partita del rimpasto?

La delega al Patrimonio è una delle competenze più contese da inizio consiliatura. Ciò soprattutto in seguito al cambio di casacca a cui è andato incontro l’ex assessore incaricato del ruolo, ovvero Andrea Mineo. Dopo aver iniziato l’era Lagalla fra le fila di Forza Italia, l’ex coordinatore cittadino azzurro si è prima dimesso dall’incarico, per poi avviarsi a passare nei ranghi di Fratelli d’Italia insieme al consigliere comunale Natale Puma e ad un gruppo di amministratori da tutta l’Isola. Un gruppo politico entrato a far parte attivamente dell’area meloniana vicina alla parlamentare nazionale Carolina Varchi.

Il passaggio però non è stato indolore. Alla fine, i meloniani hanno dovuto rinunciare alla presenza dello stesso Mineo in Giunta, sostituito a novembre 2023 dall’attuale assessore all’Ambiente Pietro Alongi. Da quel momento in avanti, la delega al Patrimonio è rimasta nelle mani del sindaco Roberto Lagalla, il quale ha preferito togliere dal tavolo una questione che, per un lungo periodo, ha messo zizzania all’interno della sua maggioranza. Nei giorni scorsi, il capogruppo azzurro Ottavio Zacco aveva affermato che la voce relativa all’affidamento della delega a Fratelli d’Italia era solo un rumors e che agli azzurri tale scelta non risultava. Oggi però la maschera è caduto e la decisione è stata presa. Una mossa con la quale Roberto Lagalla potrebbe aver rotto gli indugi nell’ottica del rimpasto di metà mandato.

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