E’ ancora tutta in salita la strada che porta alla svolta per il personale dipendente della Regione Siciliana. Nel frattempo i sindacati spingono per l’avvio del percorso di definizione delle procedure e giungere alla sottoscrizione del rinnovo del contratto collettivo regionale di lavoro del comparto non dirigenziale per il triennio 2019-2021. Rinnovo atteso ormai da troppo tempo.
Una vertenza che, tenuto conto del lungo lasso di tempo trascorso e della imminente scadenza della proroga dell’incarico dell’attuale commissario dell’Aran Sicilia – Accursio Gallo –prevista per l’11 novembre, in assenza di immediati e chiari segnali di ripresa dei lavori i sindacati non escludono di mettere in atto delle proteste. E’ un tema di cui si discuterà in riunione di giunta prevista per oggi alle 12 a Palazzo d’Orléans. Tra i punti posti all’ordine del giorno è previsto l’atto di indirizzo del governo regionale ad Aran Sicilia per la contrattazione decentrata integrativa contenuta nel Contratto collettivo regionale di lavoro (Ccrl) dell’area della dirigenza per l’anno 2023.
Le organizzazioni sindacali, con l’auspicio di sollecitare i lavori, hanno presentato unitariamente una proposta di massima relativa alla modifica e all’integrazione di alcuni punti ritenuti imprescindibili per arrivare, congiuntamente, a un complessivo processo di riclassificazione di tutto il personale e alla stipula, immediata, del contratto di lavoro ormai scaduto.
Gaetano Agliozzo, segretario della Funzione pubblica Cgil Sicilia, entra nel merito della questione tutt’altro che semplice.
Attesi gli esiti della riunione di giunta, per domani è previsto un incontro con i vertici Aran Sicilia per capire se sia possibile fare un’accelerazione e chiudere entro quest’anno il contratto scaduto e provvedere così al rinnovo 2019-2021.
“Siamo indietro rispetto a quello che è il quadro nazionale – spiega Agliozzo -. Nell’ultima legge di bilancio sono state appostate delle risorse che dovrebbero essere in linea con i contratti nazionali. Il tema rimane sempre quello della carenza di risorse e della riclassificazione del personale. Su questo punto, vogliamo capire come la Regione intende pianificare e dare risposta sul passaggio alle categorie superiori di fascia A e B. Poste le risorse finanziarie, vogliamo chiudere una tornata contrattuale già scaduta e iniziare a ragionare per il nuovo contratto. Le somme, che complessivamente si aggirano ai 53 milioni di euro, non sono sufficienti a risolvere le questioni che riguardano il personale, fondamentale per il lavoro che svolgono all’interno degli uffici regionali”.
E’ necessario, secondo il sindacalista, mettere in campo ulteriori risorse per bandire nuovi concorsi e integrare la carenza di organico dovuta ai pensionamenti e al blocco del turnover. “A parte i centri per l’impiego che non gravano sul bilancio della Regione”, ha aggiunto Agliozzo.
L’appello è rivolto all’assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina, mettendo in chiaro che i sindacati non saranno disponibili a sottoscrivere “eventuali accordi-sanatoria” che, eventualmente, venissero proposti in extremis a fine anno.