Nel caldo afoso estivo, arriva un rinvio a giudizio per evasione fiscale a Luigi Genovese. Il deputato regionale ex Forza Italia transitato nel nuovo gruppo parlamentare dell’Ars Ora Sicilia si vede nel banco degli imputati al termine dell’udienza preliminare presieduta dal gip Monica Marino. Insieme a lui il padre Francantonio e altri familiari tra cui Franco Rinaldi.
Sembrerebbe che il padre abbia ceduto il 99 percento delle quote azionarie di una società per sfuggire al fisco con un debito di 16milioni di euro. Ieri sia il deputato ma anche i familiari sono stati prosciolti dal gip per il reato di riciclaggio.
Luigi Genovese attraverso il suo Facebook commenta il rinvio a giudizio affermando che:
“Agli incorreggibili giustizialisti e agli urlatori di professione, che si erano affrettati a giudicarmi, insultarmi e denigrarmi, dico oggi che il tempo è galantuomo e prima o dopo ci presenta il conto di ciò che siamo e delle azioni che ci contraddistinguono. Dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia, a pochi giorni dalla mia elezione all’Ars, avevo dichiarato di nutrire profonda fiducia nella magistratura.
Non era la classica formula di facciata: io credo fermamente nella giustizia, la stessa giustizia che adesso dovrà esprimersi su ciò che è rimasto in piedi di questo impianto accusatorio fortemente alleggerito dopo l’udienza di ieri. Un processo nel corso del quale, peraltro, non si potrà non tenere in considerazione la sentenza della Cassazione, risalente allo scorso gennaio, che ha escluso ogni ulteriore addebito di natura tributaria. Sono certo che l’iter processuale verrà affrontato con la stessa serenità che ha contraddistinto l’udienza preliminare.
Oggi non mi aspettavo di certo che il nuovo risvolto di questa vicenda trovasse grandi spazi sui giornali, cioè quegli spazi che invece erano stati riservati alla questione dopo essere stato raggiunto dall’avviso di garanzia. Né tantomeno mi aspetto un passo indietro da parte di chi ha deciso di ergersi a giudice prima che i fatti venissero giudicati. Da chi mi ha dato del mafioso. Da chi mi ha augurato di marcire in galera: a queste persone non ho nulla da dire e non ho nulla da chiedere. Riservo invece un grazie davvero sentito a chi, pur non conoscendomi direttamente, è ancora in grado di aspettare i tempi della giustizia prima di schiumare di rabbia davanti ad una tastiera”.