Non c’è pace per la Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile. Il turismo selvaggio, le difficoltà per accedere, legate alla chiusura dei sentieri, e il totale stato di abbandono su cui versa sono ormai diventati insostenibili. L’area, che si estende tra i Comuni di Avola, Noto e Siracusa, istituita nel 1990 e gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, è riconosciuta in tutto il mondo per le sue strabilianti bellezze naturali.
“La riserva è abbandonata. E’ diventata una riserva selvaggia, dove la gente fa quello che vuole: va all’interno, scavalca e aggira i divieti, accende fuochi e va a caccia con i cani. Ci sono 2 grossi cavi d’acciaio attraversano l’area dall’alto da una sponda all’altra e non sono sicuri. La situazione è fuori controllo“. A denunciare quanto accade nella Riserva è Guglielmo Monello, responsabile regionale dei forestali dell’Ugl.
“Le case rurali limitrofe alla Riserva, dove hanno rubato gli archi e i finestroni antichi in pietra, sono state devastate. Anche delle villette, nella zona A, nel cuore della Riserva, che a cavallo tra gli anni ’80-’90 hanno ricevuto la concessione edilizia, sono state vandalizzate: nessuno fa niente e nessuno controlla. Abbiamo una torretta di avvistamento incendi ormai chiusa da 6 anni perché non è in sicurezza“, dichiara Monello.
Tante sono state le segnalazioni e le richieste d’aiuto, anche direttamente indirizzate al Dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale, contro il turismo selvaggio che ha deturpato la zona. Secondo Monello, nulla però è stato fatto per incrementare i controlli sul territorio. “L‘ispettorato forestale che ha competenza sul controllo è assente o quasi assente. Il controllo di polizia giudiziaria è affidata all’ispettorato forestale ma nessuno va a verificare questo disastro“. Monello sottolinea come in quel preciso istante, all’interno della Riserva non ci sia “nessun controllo. Ci può essere qualcuno a tempo indeterminato ma fondamentalmente fanno solo la mattina, di pomeriggio non c’è nessuno. Parliamo di una sola persona: fondamentalmente non c’è nessun lavoratore in questo minuto che controlla la Riserva“.
Monello ha così deciso così di lanciare un appello alle autorità, facendo anche un riferimento alla gara per i lavori di messa in sicurezza dei sentieri di accesso della Riserva, annunciata da Renato Schifani circa un mese fa. “La Riserva è chiusa da circa 10 anni. Sono stati presentati dei progetti per il ripristino. Due anni fa hanno tolto delle pietre pericolanti. Poi non si è fatto nulla. La situazione deve essere attenzionata dal Presidente della Regione che poco tempo fa si era impegnato, con un grosso progetto, al ripristino e alla riapertura della Riserva, ci ha messo la faccia. Ma se nessuno fa controlli sul territorio qui parliamo solo di fumo“.