Affermare una contrattazione inclusiva come strumento per riunificare il mondo del lavoro. Un passo importante per la Cgil e, allo stesso tempo, un deciso salto di qualità della sua azione sindacale per superare una linea difensiva sulla precarietà e assumere dentro la contrattazione la rappresentanza di tutte le figure presenti nel mercato del lavoro.
È il segretario generale della CGIL Caltanissetta, Ignazio Giudice, ad affermare, nel corso della sua relazione all’assemblea generale della CGIL che si è svolta all’hotel Ventura. Il nuovo percorso sui temi della contrattazione assunto dall’organizzazione guidata da Maurizio Landini.
Una scelta strategica, quella adottata dalla CGIL “guardare con attenzione alle tante facce della precarietà e costruire innanzitutto battaglie contrattuali“, ha affermato Giudice denunciando il livello di precarietà ancora esistente nel mondo del lavoro, al diritto alla rappresentanza ed ai diritti di milioni di titolari di partita Iva che non hanno diritto alle ferie, alla malattia e tanti altri conquistati dal sindacato nei decenni.
“In questi anni abbiamo sentito parlare di mercato del lavoro duale, forse è una semplificazione, ma non c’è dubbio che il nostro mercato del lavoro è incredibilmente segmentato e diseguale“.
Aspetti di un mercato del lavoro che la Cgil vuole affrontare attraverso appunto la contrattazione inclusiva, una scelta non rinviabile. All’assemblea hanno partecipato centinaia di delegate e delegati, Saverio Piccione della CGIL Sicilia e Nino Baseotto della segreteria nazionale della CGIL che hanno affermato che sono almeno tre le questioni, come elencato da Giudice : “C’è una fetta crescente di lavoratori e lavoratrici fuori dal contratto collettivo, a cui non parliamo con la nostra azione quotidiana, e che conoscono solo la ricattabilità della contrattazione individuale. Questo aspetto ha oggettivamente indebolito la nostra rappresentanza e la stessa contrattazione“.
La precarietà, secondo punto, “non si cancella per decreto, ha oramai modificato la struttura produttiva e di mercato di interi settori. Occorre costruire percorsi che accompagnino la regolarizzazione e la regolamentazione di questi segmenti e solo la contrattazione può entrare nel merito e mettere mano alle dinamiche dell’organizzazione del lavoro“.
Terzo e ultimo punto: “Includere significa ricomporre, garantire parità di trattamento, estendere diritti, ma anche riconoscere le differenti condizioni. Pensiamo per esempio alla domanda di tutela dei tanti professionisti che lavorano su commesse strutturalmente discontinue e che non chiedono certo di essere stabilizzati ma di avere diritti e un equo compenso“.
Una direzione, quindi, “non semplice – come ha spiegato Giudice –, in particolare in una fase in cui siamo costretti ancora di più in una posizione difensiva” ma “concentrarsi prevalentemente in una posizione difensiva non paga e non ha pagato, abbiamo bisogno di inventare nuove frontiere e nuove dimensioni della contrattazione, non per disperdere energie, ma per recuperarle e modificare i rapporti di forza“.
L’ingrediente per farlo, secondo tutta la segreteria confederale CGIL Caltanissetta “è la ricostruzione della solidarietà, quella che talvolta in questo mondo del lavoro viene meno e non ci consente di frenare la riduzione dei diritti per i nuovi assunti. In Sicilia si può e si deve fare di più, dalla nostra provincia lanciamo la sfida al cambiamento del mondo del lavoro!“.