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Nuova, ennesima, puntata de Le Iene – ieri sera – sul caso beni confiscati alla mafia. Finalmente Matteo Viviani riesce a fermare l’ex presidente della Sezione Misure di Prevenzione antimafia del tribunale di Palermo, Silvana Saguto.
Nel servizio si ricostruiscono i “tentacoli” del cosiddetto “cerchio magico” che ruotava attorno alla Saguto, radiata definitivamente dalla magistratura.
Oltre all’ex di Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, il tenente colonnello della DIA Rosolino Nasca, si ascoltano le intercettazioni sul professor Carmelo Provenzano, uomo di fiducia della Saguto, che avrebbe aiutato il figlio a scrivere la tesi di laurea.
Ma non solo.
Nel servizio emerge una intercettazione shock sul pentito Giovanni Brusca: “Conosco tutto, tutto quello che è stato. Io lo so chi glieli intesta i beni a Brusca perché io Brusca so tutto quello che faceva”.
Brusca nonostante sia in galera sembrerebbe avere quindi ancora un patrimonio che non gli è stato sequestrato e di cui lei saprebbe molte cose. “Quindi appena Brusca sgarra e io trovo un bene intestato a un suo parente io già so che è suo”, dice la Saguto. Queste informazioni però, sempre stando a quello che lei dice, per non rischiare se le vorrebbe tenere per sé. “Io non è che mi voglio fare sparare. Non lo posso andare a dire al sostituto procuratore ‘Brusca c’ha mezza Piana (degli Albanesi) e gli avete sequestrato una cosa sola’”.
E anche l’allora prefetto Francesca Cannizzo sembrerebbe essere d’accordo con lei: “Il prefetto mi ha detto ‘ma tu proprio per forza ti devi far sparare?’. Quindi che cosa ce ne dobbiamo fare di Brusca?”.
In un’altra telefonata, con l’avv. Cappellano Seminara: “Io per esempio so un sacco di cose che riguardano Brusca a Piana (degli Albanesi). Tu mi credi che io non gliele vado a raccontare perché questi fanno uscire che l’ho detto io, sicuramente. Sta finendo la pena, altri due giorni e questo va girando e per giunta si è tenuto il patrimonio. È sicuro che se io gli vado a dire: ‘guarda questo negozio è suo, questa cosa è sua, questa casa è sua’ quelli glielo andranno a dire. Siccome io ne ho pochi di nemici mi manca Brusca che sa che io gli vado a dire le cose e gliele vado a fare pigliare, ammesso che le piglino! Perché certo, Brusca non è uno ‘così’, è uno brutto che ce l’ha con me in maniera proprio dichiarata, peraltro. Come io ce l’ho con lui in maniera dichiarata perché non posso tollerare quello che ha fatto e com’è trattato. Io mi tengo quello che so e basta, tanto ne ha tante cose Brusca quelle altre quattro in più che c’ho io di Piana (degli Albanesi) pazienza… Mi tengo quello che mi tengo, sono stanca però”.
Sulle queste frasi su Brusca la Saguto si difende dicendo alla Iena di aver “mandato gli atti alla Procura per queste cose. Questo era ironico”. Sarà vero? Il processo è tuttora in corso.
Il servizio si chiude con l’autodifesa dell’ex magistrato che dice: «Questo lo scrivono i finanzieri, poi vedremo se il tribunale lo riterrà vero. Sono parole mischiate. I fatti che mi vengono contestati non sono veri, sono frutto della travisazione e delle omissioni della Finanza per ottenere di far finire un’era alle Misure di prevenzione che aveva portato fino al sequestro dell’Eni. Brancato è stato confiscato, i Cavallotti sono stati confiscati definitivamente. Tre persone hanno levato. Se lo chiede perché non mi hanno arrestata? Perché non potevano dimostrare che fosse vero».
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