Ad oltre un mese dall’ultima votazione, Sala d’Ercole si rimette in gioco. Questa volta sul piatto il Documento di economia e finanza regionale per gli anni 2026-2028. Nel corso della seduta di ieri, infatti, la prima dopo la pausa estiva, è partita la discussione generale del testo (CLICCA QUI).
La seduta di oggi
La seduta di oggi, presieduta dal vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Nuccio di Paola, è ripartita con l’intervento del capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, per poi passare alla votazione. Il Defr è stato approvato ma con il voto contrario del M5S, dei Dem e di Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente.

“Assessore Dagnino, io questa volta le voglio fare complimenti, perché ho letto il Defr e non sapevo che lei si interessasse anche di scrivere libri di fantascienza“, le parole del capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.
“E’ una storia comunque fatta bene, quindi su questo le faccio i complimenti. Lei mi parla di un’economia che cresce, ma sicuramente sarà cresciuta rispetto alla depressione in cui vive il Sud Italia, e magari la Sicilia, è andata un po’ meno peggio di altre regioni, non lo metto in dubbio. I siciliani in questo momento tagliano la fame col coltello e affollano, da quando avete cancellato il reddito di cittadinanza, le mense dei poveri, vivono in condizioni di povertà farmacologica, e i dati sono chiari. Assessore Dagnino, io so che lei è un professionista serio, ma non può condire un documento come quello di programmazione economica e finanziaria della Regione Siciliana con una serie di dati opinabili, gonfiati e non veritieri, perché l’unico dato reale ce lo danno le famiglie siciliane dove il ceto medio sta scomparendo, dove non si riesce più ad arrivare in maniera agevole a fine mese“.
La seduta di ieri
Anche ieri non sono mancate le polemiche. La seduta, infatti, è stata sospesa per circa mezz’ora in seguito alla richiesta del capogruppo del Partito Democratico Michele Catanzaro, che ha evidenziato l’assenza in aula del presidente della Regione Renato Schifani e dell’intera giunta, ad eccezione degli assessori Nuccia Albano e Alessandro Dagnino, rispettivamente alla Famiglia e al Lavoro e all’Economia. Il dibattito è poi ripartito dalle relazioni presentate dal presidente della II Commissione Bilancio Dario Daidone e dall’assessore Dagnino, a cui sono seguiti i dubbi e le perplessità sollevate dalle opposizioni, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, e l’intervento di un solo deputato di maggioranza Ignazio Abbate, presidente della I Commissione Affari Istituzionali, a nome dei colleghi del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana.
Cosa prevede il Defr
Il Documento, che analizza il tessuto economico e sociale siciliano punto per punto, tra criticità e linee di intervento per il prossimo triennio, si base sui dati Svimez e sui più recenti di Bankitalia, che hanno certificato una crescita costante della Sicilia. Negli ultimi tre anni l’Isola ha avuto una crescita del Pil pari al +3,5%, superiore rispetto al +2,8% del Mezzogiorno e al +2% dell’Italia. Per quanto riguarda il disavanzo della Regione, è passato dagli oltre 7 miliardi del 2018 ai 900 milioni del 2023, anno in cui si sono recuperati oltre 3,1 miliardi. Come raccontato dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino (CLICCA QUI) si tratta di una politica estensiva, che mira all’aumento del Pil per effetto dell’incremento degli investimenti privati. Un mix tra politiche già messe in atto, come la task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti o lo stimolo dei consumi di beni durevoli, e proposte di legge ancora in attesa di essere messe in campo, come la Super Zes. Tra i capitoli maggiormente interessati quello relativo allo smart working e la valorizzazione dei borghi siciliani e in via di spopolamento.