La vostra Patti Holmes, servendosi dell’estro culinario di sua madre, vi propone una ricetta dal sapore ricco, siculo e familiare: “la salsiccia in agrodolce“.
Prima di addentrarci nella preparazione di questo piatto, raccontiamo le origini di questa gustosissima salsa. Si narra che nella Persia del culto Zoroastriano, dovendo l’uomo ristabilire l’equilibrio delle energie, rotto dalla nascita del Male, si ricercava l’unione di Sole e di Luna, chiaro e scuro, dolce e aspro in cucina.
E’ persiano, infatti, il termine sikbâg, che dà origine a scapece, la marinata calda di zucchero e aceto o succo di limone usata per le fritture, basti pensare alle famosissime zucchine a scapece. Dell’agrodolce ritroviamo abbondanti testimonianze anche nella cucina romana di Gabrio Apicio incentrata, però, sulla coppia miele-aceto. Nel suo “De re coquinaria”, infatti, Apicio afferma di sapere conservare la carne con il miele, l’aceto, il sale e la mostarda. Adesso, però, andiamo al nostro agrodolce, dal sapore rigorosamente siciliano, e alla preparazione della salsiccia.
Dosi, per 4 persone, alla sinfasò, termine di mamma Patti Holmes:
- 1 cipolla bianca
- 1 barattolo di capperi sottaceto
- 3/4 cucchiai di passata di pomodoro
- 1 bicchiere di aceto bianco o rosso
- 2 cucchiai di zucchero (fondamentale è assaggiare)
- olio q.b
- sale q.b
- 500 g di di salsiccia di maiale
Preparazione dell’agrodolce
In una padella fare rosolare, con olio e un po’ di acqua, la cipolla tagliata a pezzetti; quando sarà leggermente imbiondita, versare i capperi (se si vuole anche con l’aceto del barattolino) e la passata di pomodoro. Fare cuocere per 5 minuti, aggiungere 2 cucchiai di zucchero, il bicchiere di aceto e assaggiare.
Preparazione della salsiccia
Fare rosolare la salsiccia in padella con un po’ di olio, quando sarà dorata, versare l’agrodolce e farla insaporire finché la salsa non si sia addensata. Mangiarla preferibilmente fredda.
E’ il caso di dire: “Scritta e mangiata”. Alla prossima.