Il Presidente della Regione Renato Schifani lo aveva già annunciato in campagna elettorale: uno degli obiettivi del governo regionale sarebbe stato quello di incrementare l’organico attuale dei medici e di dare nuovo impulso all’efficienza del servizio sanitario in Sicilia. Una sfida necessaria da affrontare alla luce delle carenze dimostrate negli anni appena trascorsi a causa di periodi emergenziali come quello della pandemia da Covid-19, ma anche la necessità di un potenziamento della medicina dei territori specie di quelli a grave rischio spopolamento nelle aree interne.
Per questo il governatore siciliano ha dato l’annuncio di un incentivo di tipo economico a favore dei medici che espletano il loro servizio nelle strutture ospedaliere di zone periferiche, disagiate o che soffrono costantemente una forte carenza di personale.
Questo è quanto prevede una norma predisposta dal governo regionale che sarà inserita nel disegno di legge di stabilità e il cui testo è già all’attenzione delle commissioni di merito dell’Ars.
“L’obiettivo – spiega il presidente della Regione, Renato Schifani – è quello di trattenere il personale nelle sedi più disagiate, come le isole minori, le zone montane e periferiche, e, nel contempo, di provare a convincere i medici a trasferirsi in queste strutture cosiddette di frontiera. Dopo il bando per il reclutamento di 1.500 medici stranieri, mettiamo in campo un’altra soluzione per far fronte alla carenza di sanitari nel sistema siciliano e assicurare i livelli essenziali di assistenza ai cittadini”.
L’ulteriore misura recentemente adottata e rivolta ai medici stranieri con un bando “aperto” senza scadenza mira, quindi, a coprire anche dei posti vacanti nelle Asp siciliane. Secondo i dati diffusi dalla Regione, infatti, il fabbisogno di personale ammonta attualmente a 1.494 unità. Nessuna provincia dell’Isola è esclusa dall’attuale situazione emergenziale: mancano 174 medici ad Agrigento, 154 a Caltanissetta, 159 a Catania, 116 a Enna, 169 a Messina, 210 a Palermo, 96 a Ragusa, 87 a Siracusa e 201 a Trapani.
Prosegue il Presidente Schifani, chiarendo che l’incentivo rivolto ai medici in servizio nelle zone disagiate o in carenza di organico è “una misura temporanea e urgente in attesa che da Roma arrivino i provvedimenti per risolvere strutturalmente un problema che coinvolge tutto il Paese: il numero chiuso nelle facoltà di medicina”.
La norma prevede lo stanziamento di venti milioni di euro nei prossimi tre anni. Secondo il report del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute, diretto da Salvatore Iacolino, i medici che prestano servizio nei presidi disagiati sono appena 302, di cui 289 a tempo indeterminato, a fronte di una pianta organica di 576. Prossimamente, mediante un decreto dell’assessore alla Salute, saranno stabiliti i criteri per l’attribuzione dell’incentivo, che può arrivare fino ad un massimo di 1.000 euro al mese.