I luogotenenti di Matteo Salvini in Sicilia premono sull’acceleratore e vanno in pressing sul movimento di Nello Musumeci. Obiettivo la nascita di un percorso condiviso da qui alle prossime consultazioni elettorali di maggio e la premessa per una partecipazione comune all’esperienza parlamentare all’Ars.
Per riflettere non ci sarà poi tutto questo tempo. La “melina” che, in fondo, consapevolmente, dalle parti di #Diventeràbellissima, si tende a portare avanti, nella speranza di differire i tempi della scelta ed evitare spaccature, rispetto all’ipotesi di federazione con il partito, gettonatissimo al momento, di Salvini in Sicilia, non sarà un’arma consentita a lungo.
Già alla ripresa, subito dopo la pausa di ferragosto, Aricò prima e Stancanelli poi, avevano più volte ribadito con tempi e argomenti diversi, che di morire leghisti, almeno per il momento, non avevano molta voglia.
Cosa sta cambiando allora adesso? Quali movimenti stanno prendendo forma e quali conseguenze potranno avere sotto il profilo dell’impatto numerico all’Ars?
Innanzitutto, giorno dopo giorno, la forza di aggregazione sui territori della Lega, sta crescendo esponenzialmente. Anche per effetto di questa premessa, qualcuno, all’interno del gruppo di Musumeci comincia a far notare che, se si deve entrare nell’orbita leghista, tanto vale farlo per tempo e non dopo, quando si rischia di trovare pochi spazi di manovra all’interno dei quadri dirigenti.
Il rovescio di questa medaglia, con una tesi che in più di un’occasione è stata illustrata da Alessandro Aricò, capogruppo di #Diventeràbellissima, sarebbe quello di accelerare solo in presenza di una “pesatura” certa nei nuovi equilibri di coalizione nell’Isola.
Perché, quel che è certo è che se il gruppo parlamentare all’Ars leghista, al momento tutt’altro che pronto, diventi a breve una realtà, le partite per le Europee e in prospettiva per le prossime amministrative di Palermo, Salvini, a quel punto potrebbe decidere di giocarle in splendida solitudine, proseguendo la sua luna di miele con gli elettori siciliani.
Una parola pesante dovrà spenderla di certo Nello Musumeci. Su di lui Salvini nutre la vera aspettativa. Il governatore siciliano al momento non pensa a preparare la strada per altri e teme al tempo stesso che caratterizzare il suo movimento possa nuocere all’anima laica che lo ha sostenuto.
Un altro fatto da considerare è dato dalla scarsa propensione dei centristi, autonomisti ex Lombardiani, che non vedono di buon occhio il boom della Lega. Rimane da capire se questo basterà per dare linfa a Fratelli d’Italia e al gruppo di Stancanelli o se sarà solo una (temporanea) mancanza di simpatia verso il gruppo di Salvini.