PALERMO – Scoppia la polemica sui social, per un’opera realizzata da Igor Scalisi Palminteri, dal forte valore sociale se messa in relazione al quartiere in cui è stata realizzata, ossia l’Albergheria, luogo dai forti contrasti e criticità, dove vi è un notevole lavoro delle associazioni sulle differenti realtà presenti.
Ma in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, Mauro Alessi, pone una riflessione, sul posto in cui è stato realizzato il dipinto: “Sono rimasto perplesso per lungo tempo per il supporto su cui è stata realizzata l’opera, il rudere della chiesa cinquecentesca del SS. Crocifisso all’Albergheria, crollata non durante i bombardamenti del secondo conflitto mondiale, ma a seguito del crollo accidentale del prospetto dell’adiacente Ospedale S. Saverio, durante il cantiere per la realizzazione dell’attuale residenza universitaria“.
“Il murales – continua Mauro Alessi – è stato realizzato, per la sua metà in verticale, sui blocchi antichi cinquecenteschi del Santuario che da questo punto si sviluppa con un ampio brano architettonico alla destra dell’opera“.
Secondo Alessi l’artista avrebbe potuto realizzare e applicare la sua arte su un altro tipo di supporto e non su uno “vincolato architettonicamente e storicamente dal Codice dei Beni Culturali il D.Lgs. 42/2004″.
“Di monumenti abbandonati e degradati ne abbiamo un’infinità a ed anche con ampie pareti vuote, ma non dovrebbe passare il messaggio che per riqualificare territorialmente, qualsiasi artista potrebbe riappropriarsi di questi ruderi abbandonati e non valorizzati per la realizzazione delle proprie opere dal momento che spesso costituiscono importanti identità storiche“.
“Tra il murales di Falcone e Borsellino alla Cala e questo dell’Albergheria, vi è l’enorme differenza del supporto e non credo che la collettività e la comunità scientifica accetterebbe un murales sull’Uscibene, sul Mastio del Castellammare, nel prospetto dell’Istituto delle Croci o di palazzo Cefalà in via Alloro“.
“Mi auguro pertanto – conclude nel post Mauro Alessi – che l’artista a fronte dell’indubbio valore sociale e artistico di quest’opera acquisisca la consapevolezza dell’importanza dei supporti storici architettonici e che li rispetti nonostante avrei preferito che l’artista non dichiarasse pubblicamente che <<quando abbiamo scelto il muro ho tenuto in considerazione che una porzione della pittura sarebbe stata realizzata su dei conci antichi ma ho creduto che quello che stavo facendo avesse la priorità. Mi prendo le mie responsabilità. Ho scelto “il sabato per l’uomo e non l’uomo per il sabato” “.
Questo episodio, ha diviso il popolo Facebook, infatti, c’è chi sostiene che questo è un modo per ridare vita a un quartiere degradato, c’è chi, invece, come Mauro Alessi, vorrebbe che si sensibilizzassero le autorità competenti al fine di tutelare, e soprattutto recuperare, per valorizzare i beni culturali di cui la nostra città è ricca.