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San Martino, tra storia, leggende, tradizioni e biscotti [Le ricette]

mercoledì 7 Novembre 2018

San Martino, uno dei primi santi non martiri della Chiesa Cattolica, nato intorno al 317 d.C, rivestiva la carica di “circitor” in Gallia quando visse l’esperienza che avrebbe cambiato per sempre la sua vita, consegnandolo alla storia, alla leggenda e alla santità. Si narra, infatti, che, in una giornata d’autunno, il cavaliere in groppa ad un cavallo bianco, vestito da centurione, con in mano il gladio, una piccola spada a doppio taglio con la lama larga e molto appuntita, uscendo dalle porte della città francese di Amiens e accorgendosi di un povero vecchio quasi nudo e infreddolito, senza pensarci due volte, tagliò il suo caldo mantello di lana, donandogliene una metà. Durante la notte gli apparve in sogno Gesù mentre raccontava agli angeli del soldato Martino che lo aveva riparato con la sua cappa. Al suo risveglio, colto da stupore, ritrovò non solo il mantello integro ma, al posto di freddo e neve, il caldo sole di una tanto magnifica quanto prodigiosa estate, quella che riviviamo ogni anno a novembre. Dopo la mistica esperienza, si convertì, fu battezzato e, dopo vent’anni di carriera militare, divenne Vescovo di Tours dove, acclamato dai suoi cittadini, proseguì umilmente, e fino alla morte, la sua opera pastorale. Il suo mantello miracoloso divenne reliquia e fu conservata dai Re Merovingi. Da allora venne definito cappellano chi conservava il mantello corto, detto appunto “cappella”.

San Martino

A San Martino ogni mustu è vinu“.
Questo proverbio ci ricorda che, nella giornata dell’11 novembre a lui dedicata, il mosto, che ha finito di fermentare, può essere “spillato” e, infatti, in tutta Italia San Martino fa rima con festa del vino, che viene “battezzato”, essendo novello, durante allegri banchetti a base di carne, castagne arrosto e frutti di stagione. Nella tradizione siciliana si racconta di una distinzione tra la festa di San Martino dei ricchi, che si celebrava proprio in questa data, e quella dei “povereddi“, la domenica successiva, il giorno dopo la riscossione della “simanata“, la paga settimanale, che gli permetteva di comprare e gustare “i viscotta ri Sammartinu abbagnati ‘nto muscatu“. Martino, oltre ad essere definito patrono degli ubriaconi che, affollando le “taverne” per mangiare “cardoni”, “vruocculi” e uova sode, non si facevano di certo mancare vino a tinchitè, lo è, anche, di soldati e viaggiatori, tanto da essere il patrono dell’Arma della Fanteria dell’Esercito Italiano.

San Martino

Curiosità
San Martino è un personaggio molto amato, tanto che si contano più di 4000 Chiese in suo onore in Francia e svariate nel resto nel mondo. La Festa, celebrata l’11 Novembre nel giorno della sua sepoltura, in Germania dà inizio alle Feste di Natale ed è di totale appannaggio dei bambini che, una settimana prima, cominciano a preparare le loro lanterne di carta per la processione, “Laternenumzug“, . Come da tradizione si riuniscono il pomeriggio, quando inizia a fare buio, accendono  la propria lanterna, appesa all’estremità di un ramo, e iniziano il corteo cantando una filastrocca propiziatrice: “Lanterne, lanterne, sole, luna e stelle, dateci luce, dateci luce, questa luce nel Mondo vogliamo portar!. Celebrare con appuntamenti festosi l’alternarsi delle stagioni è come se si mettesse in collegamento l’andatura dell’anno con il ritmo del cosmo e con quello di ognuno di noi: enstasi che conduce a un’estasi dal sapore universale. La lanterna, che viene accesa ogni sera come rito della buonanotte e fino all’arrivo del Natale, rappresenta il calore dell’estate che riscalda nel freddo dell’inverno.

Come in tutte le celebrazioni religiose, e in particolare cristiane, accade, poi, che il giorno di San Martino coincida con una ricorrenza pagana. Agli inizi di Novembre, infatti, i contadini pagavano la decima ai Signori, offrendo i prodotti della terra e, tra i propri animali, le oche; ecco il perché in questo mese si mangiasse molta di questa carne. L’usanza di mangiare carne d’oca, secondo un altro racconto, sarebbe legato, invece, a un soldato romano convertito al Cristianesimo che, presi i voti, non volendo diventare vescovo, per troppa umiltà, nonostante l’ordine papale, scappò dal convento rifugiandosi in un’aia piena di oche, mentre un gruppo di persone lo cercava disperatamente facendosi luce con delle lanterne. Le pennute, come anche nella tradizione romana, fecero chiasso e indicarono esattamente il luogo dove trovarlo.

Ma perché, nei secoli, all’11 novembre è stata associata la “festa dei cornuti“? Tre sono le ipotesi in ballo: 1) Attorno a quella data si tenevano solitamente diverse fiere di bestiame e le tante mogli che rimanevano a casa, mentre i mariti si recavano alla fiera, si davano ai piaceri più sfrenati. Spiegato il nesso con le corna degli animali e con quelle più metaforiche legate a momenti di piacere; la seconda ha a che fare col “capodanno celtico” che prevedeva dodici giorni di festeggiamenti senza freni, con annessi tradimenti; la terza con le cifre 11, che le ricorderebbero; la quarta con delle feste pagane in cui, verso i mariti traditi, scattava una caccia simulata in cui loro diventavano “cervi” e, infine, per alcuni studiosi, le corna rappresenterebbero le corone o le mitre dei vescovi. Da qui, comunque, nasce la “festa dei cornuti” celebrata in giro per l’Italia e in più di 100 comuni. Tra questi: Ruviano (Caserta), Nepi (Viterbo), Roccagorga (Latina), Grottammare (Ascoli Piceno), Pescasseroli (L’Aquila), San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pescara), Santarcangelo (Rimini), Fare San Martino (Chieti).

In Sicilia
In Sicilia è tradizione consumare i biscotti di San Martino in diverse varianti, a seconda delle zone. A Palermo, in particolare, si è soliti mangiarne di tre tipi: semplici, con la marmellata e con la ricotta. Di seguito le ricette.

Biscotti di San Martino

BISCOTTI DI SAN MARTINO CLASSICI

Ingredienti:
1 kg di farina
250 g di strutto
160 g di zucchero
60 g di lievito di birra
40 g di semi di finocchio
cannella in polvere

Preparazione:
Mettete in una ciotola grande la farina. Al centro ponete lo strutto, lo zucchero, il lievito (precedentemente miscelato ad un po’ di acqua tiepida), i semi di finocchio e la cannella.

Amalgamate finché l’impasto non sarà morbido e compatto.

Tagliate l’impasto a cilindretti, che avvolgerete a spirale.

Poneteli su una teglia imburrata e cuoceteli in forno ben caldo finché non saranno ben cotti, ricordandovi che dovranno risultare secchi e duri.

DECORATI

Ingredienti:
1 kg di farina
250 g di strutto
160 g di zucchero
60 g di lievito di birra
40 g di semi di finocchio
cannella in polvere
Marmellata di albicocche q.b.
Glassa di zucchero (100 gr di zucchero e due cucchiai di acqua) q.b.
Confetti colorati oppure caramelline q.b.

Preparazione:
Procedete come nella ricetta precedente, ma metteteli in forno a fuoco moderato e tirateli fuori quando sono cotti ma morbidi.

Tagliateli a metà e farciteli di marmellata.

Spennellate la marmellata anche all’esterno dei dolci e preparate la glassa con 100 gr di zucchero a velo e due cucchiai di acqua, mescolando fin quando non risulta moderatamente densa.

Ricopriteli interamente di glassa di zucchero e decorate con i confetti, le caramelle, e tutto quello che volete.

Lasciate asciugare.

biscotti_san_martino_con_ricotta

RIPIENI DI RICOTTA

Ingredienti:
1 kg di farina
250 g di strutto
160 g di zucchero
60 g di lievito di birra
40 g di semi di finocchio
cannella in polvere
Moscato q.b.
Ricotta q.b.
Zucchero a velo q.b.

Preparazione:
Procedete come nella prima ricetta, metteteli in forno a fuoco moderato e tirateli fuori quando sono cotti ma morbidi.

Tagliateli in due parti, facendo attenzione che sia un pezzo per ¼ e l’altro per ¾, e lasciateli raffreddare.

Bagnate leggermente le due parti con il moscato.

Fra base e “cappello” mettete una buona quantità di ricotta, precedentemente lavorata con un po’ di zucchero.

Spolverate la parte superiore con zucchero a velo e cannella in polvere.

Ricordatevi che: “Chi non beve a San Martino è un amico malandrino” e, quindi, ricordatevi di fare onore a Bacco.

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