Policlinico universitario di Palermo all’avanguardia nel trattamento innovativo del Parkinson.
Il “Paolo Giaccone” è infatti l’unica struttura in Italia e fra le tre d’Europa (le altre sono in Spagna e in Svizzera, ma a Zurigo è necessario pagare 50 mila euro per l’intervento) a effettuare il trattamento mediante ultrasuoni focalizzati, guidati da risonanza magnetica, in pazienti affetti dal morbo di Parkinson tremorigeno: si tratta, in sostanza, di una tecnica che – a differenza del classico intervento neurochirurgico – prevede, attraverso strumenti tecnologici avanzatissimi, il mantenimento dell’integrità della teca cranica del paziente.
Oggi lo staff guidato dal professor Massimo Midiri, a capo dell’Istituto di Scienze Radiologiche, ha sottoposto al trattamento un uomo di 67 anni, al quale – durante un intervento durato circa due ore e mezza – è stato di fatto ‘annullato‘ il tremore alla mano destra. Per l’occasione, visita del rettore, Fabrizio Micari, e del commissario straordinario del Policlinico, Fabrizio De Nicola. “In Italia il Policlinico di Palermo è l’unico luogo in grado di fornire questo tipo di trattamento – dice Micari all’Italpress –. Un trattamento dove si combinano al massimo livello ricerca, innovazione e assistenza: dietro c’è tanta tecnologia e tanta ricerca, c’è un’applicazione medica di altissimo livello, e c’è anche una lista d’attesa importante. È uno di quei settori in cui per fortuna evitiamo i viaggi della speranza, viaggi della speranza che invece si fanno verso la Sicilia. Ci sono tutte le condizioni per fare sempre meglio. Vogliamo un Policlinico sempre più d’eccellenza”.
Secondo il rettore “vedere questi pazienti che fino a poche ore fa non riuscivano ad avere una vita normale e che ora stringono la mano con forza è veramente commovente. Dobbiamo fare in modo che questo sia possibile per un numero sempre maggiore di persone”. Il paradosso è che la notizia di questa grande chance offerta al Policlinico ai malati di Parkinson ha raggiunto l’Australia e il Brasile, mentre è poco nota ai pazienti siciliani e italiani.
“C’è una lunga lista di attesa composta da stranieri che premono per essere trattati – conferma il professor Midiri -. Forniamo questo trattamento da un anno e mezzo, fin qui siamo intervenuti su 24 pazienti attraverso il nostro staff. Il prossimo passo? Far valere la tecnica anche per i tumori cerebrali. Si possono aprire prospettive terapeutiche che al momento tuttavia non sono attuali, perché purtroppo i tumori cerebrali non hanno margini di trattamento molto ampi. Questa tecnica potrebbe invece aprire al passaggio di molecole nuove, di farmaci specifici per il trattamento”.
Soddisfatto anche De Nicola, secondo cui “l’offerta sanitaria in Sicilia è in grande miglioramento e l’impegno che prendiamo è quello di fornire maggiore comunicazione ai pazienti locali e italiani, riuscendo al contempo a incrementare questa procedura che dà miglioramenti e potrà darne ancora di più. Abbiamo un’altra eccellenza, dobbiamo farla conoscere”.