Popolo delle cuffie in strada a Palermo per lo sciopero regionale dei call center, organizzato da Cgil, Cisl e Uil, al fianco dei lavoratori delle aziende di outsourcing. Martedì scorso la fiaccolata degli operatori di Almaviva, punta dell’iceberg della crisi del settore. Raduno in piazza Croci, poi il corteo tra le vie Libertà, Ruggero Settimo, Cavour, fino a villa Whitaker, sede della Prefettura.
Defiscalizzazione sui processi di reshoring, piani di sviluppo della filiera, lotta alle delocalizzazioni, costituzione di un fondo di settore, tariffe minime orarie e ammortizzatori sociali ordinari, tra le richieste. In queste stesse ore temono 150 dipendenti della Abramo Customer Care che ha convocato le organizzazioni sindacali per comunicare un calo di volumi fino al 70% sulla commessa 187 Tim.
“Scendiamo in piazza con i lavoratori dei call center per supportare le loro richieste per la regolamentazione del settore contro le delocalizzazioni selvagge e per sollecitare il governo nell’approvazione di emendamenti che garantiscano la crescita di questo comparto fondamentale delle telecomunicazioni“, spiegano il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il coordinatore territoriale Uil di Palermo Gianni Borrelli.
Nella piattaforma delle rivendicazioni anche le clausole sociali esigibili e con il vincolo della territorialità, tariffe minime orarie certe estese ai committenti privati, applicazione della contrattazione collettiva di settore o equivalente. Occhi puntati anche al 4 febbraio: per quella data, alle 15, il sottosegretario alla Sviluppo economico, Alessandra Todde, ha convocato le principali aziende committenti dei call center: obiettivo “analizzare il rapporto degli operatori del settore con i principali committenti sulle tematiche relative ai lavoratori, alla qualità del servizio e alla delocalizzazione”.
“Ottanta percento di adesione allo sciopero regionale dei call center è un dato che vale doppio e merita “rispetto” perché raggiunto da lavoratori che vivono sotto la soglia di povertà. Così dichiara Giuseppe Tumminia, segretario regionale Uilcom il quale prosegue affermando che “ora la parola passa al Governo e ai grandi committenti , Tim,Wind, in primis, chiamati in causa da questa grande mobilitazione.Non possiamo accontentarci solo di Ammortizzatori sociali, serve lavoro, riqualificazione, regole trasparenti contro le speculazioni mascherate da esigenze di mercato”.
“Sulla vertenza Almaviva – conclude segretario regionale – nel breve periodo, le ricadute vanno spalmate e le opportunità di lavoro garantite a tutti i lavoratori, inaccettabile l’idea di soluzioni diversificate per commessa”.