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Si è tenuto a Palermo, il corso relativo allo scompenso cardiaco, all’hotel Federico II, in via Principe di Granatelli.
Si tratta di una patologia in forte aumento, alla cui base vi è, probabilmente, sia l’incremento della durata media della vita, sia l’aumentata sopravvivenza dopo un evento coronarico acuto. Lo Scompenso Cardiaco (SC) o Insufficienza Cardiaca (IC) è una sindrome clinica complessa, definita come l’incapacità del cuore di fornire il sangue in quantità adeguata, rispetto all’effettiva richiesta dell’organismo o la capacità di soddisfare tale richiesta solamente a pressioni di riempimento ventricolari superiori alla norma.
Alla base del corso vi è la “stabilità del sintomo” che spesso induce i medici a non apportare modifiche alla terapia assegnata inizialmente, portando a volte ad interventi di ottimizzazione di questa solo in fasi troppo avanzate di malattia, con scarsi effetti sul possibile miglioramento. E’ in questa ottica che il lavoro di team tra i medici generici e lo specialista ospedaliero diviene indispensabile per garantire una più corretta assistenza al paziente HF.
“Il paziente con scompenso cardiaco – spiega il professore Salvatore Corrao direttore dell’U.O.C. di Medicina interna all’Arnas Civico di Palermo – rappresenta una criticità per il nostro Servizio Sanitario perché i pazienti con età superiore ai 65 anni, sono soggetti ad un elevato numero dei ricoveri per questa patologia.
Molti di questi ricoveri – continua Corrao – sono generati dalla difficoltà dei setting territoriali di assistenza nell’affrontare in modo appropriato le sfide che questa malattia propone. Le principali criticità esistenti in tal senso coinvolgono, in realtà, il setting assistenziale territoriale, nell’ambito del quale le cure primarie occupano un ruolo preminente sia quello ospedaliero.
Il loro superamento – conclude il professore – è perseguibile da un lato migliorando le competenze professionali e potenziando la formazione implementando il processo di integrazione ospedale–territorio”.
“Credo che l’ecocardiografia – afferma il dottore Luigi Calvo, specialista Medicina interna Arnas Civico Palermo – debba essere un’indagine di primo livello nei pazienti con scompenso cardiaco. Ma i dati che provengono dalla letteratura internazionale indicano che solo il 58% dei pazienti, che presentano questa patologia, viene sottoposto a questo tipo di esame, quando si tratta di una malattia che va monitorata anche negli aspetti che riguardano le alterazioni morfologiche e funzionali del muscolo cardiaco“.
Per quanto riguarda la prassi per accedere al servizio ospedaliero il dottore Umberto Lupo, specialista Medicina interna Arnas Civico Palermo, dice – “Nell’ottica di una migliore gestione della complessità di questi pazienti, fra ospedale e territorio, si è pensato di realizzare, anche in ambito internistico, dei laboratori deputati alla gestione dello scompenso cardiaco, con la possibilità di essere inseriti in un percorso ospedaliero ambulatoriale attraverso la richiesta del medico di famiglia, con liste che scorrono abbastanza velocemente, per dare la possibilità di accedere a una visione specialistica e internistica di questi pazienti“.