Carissimi
Io ho avuto un sogno e continuo ad avere un sogno.
Ho sempre sperato che questo sogno fosse condiviso, ma lo ammetto, ho sbagliato a pensarlo e ho sbagliato in buona fede poiché come fanno tutti coloro che confondono il mezzo con l’obiettivo, ho creduto che questo autobus (la vita) fosse nato con me, fosse il mio autobus e tutti coloro che durante la corsa salivano e scendevano alle varie fermate, salivano e scendevano dalla mia vita.
Purtroppo, bisognava cambiare il punto di visto (e noi “matematici” ne sappiamo qualcosa) da Euleriano a Cartesiano e il mondo cambia completamente.
L’autobus nel quale sto viaggiando, esisteva prima di ma e continuerà ad esistere dopo di me, per chi lo guarderà dal di fuori, ed anche io ad un tratto scenderò dalla vita di altri, così come sono salito.
Sono un passeggero qualunque nella vita altrui, ma in buona fede mi ero convinto di essere importante per loro come gli altri credevo fossero importanti per me, ho sognato che tutti facessimo lo stesso viaggio, da capolinea a capolinea, ma purtroppo per sua natura, l’uomo non è stato creato per questo e la sua natura tende ad esser individualista e allora, stiamo insieme fintanto che ci sono “interessi” che ci tengono insieme, fintanto che siamo “utili” per qualcosa, per qualcuno e finito ciò, naturalmente la gente scende, perché lo trova naturale farlo.
Io ho avuto un sogno, ho creduto nelle affinità elettive e continuerò a farlo poiché non sarà un fatto numerico ma se solo ne resterà uno, disinteressato alla fine, che vorrà stare sull’autobus insieme a me fino al mio capolinea, avrò vinto la scommessa.
Non colpevolizzo nessuno nell’evidenziare la natura umana e le tappe della vita che ci portano ad essere da rami spensierati a forti radici, e non mi colpevolizzo per esser stato poco cinico e poco coraggioso nelle potature poiché io ho sognato ed ho creduto nel mio sogno e se per lunghi tratti c’è stato chi ha voluto condividerlo non lo avrà fatto di certo per “pietà”, ma lo avrà fatto perché ne avrà trovato il suo interesse, diversamente avrebbe costruito il suo di sogno e avrebbe trovato di certo chi per un certo lasso di tempo avrebbe voluto condividere.
Ciò dimostra che non tutti sanno sognare e che non tutti i sogni sono dei grandi sogni.
Una volta con cattiveria, ero molto giovane e ancora sprovveduto, una persona che reputavo vicina mi disse con l’intento di “offendermi”: “Tu sei un sognatore”.
Non sapeva di avere detto “una verità” perché io sono un sognatore e non me ne sono mai pentito e sono frutto di un sogno e se guardo la mia vita alle spalle e stato un meraviglioso percorso che si sarebbe solo potuto sognare e invece è accaduto.
Qualunque progetto, bisogna prima averlo saputo sognare perché “il sogno è il preliminare di un progetto” e solo i sognatori sanno guardare oltre, dove la normale vista non arriva.
Chi sa sognare veramente ha così fiducia nel suo sogno che rimane distratto da “pessimo bigliettaio” di chi ha fatto salire sul suo autobus senza sapere se alla fine della corsa sarebbero rimasti solo gli amici.
Purtroppo il grande rammarico dei sognatori è la rassegnazione alla circostanza che i progetti (anche i più importanti) si distruggeranno insieme a loro nel momento in cui saranno giunti al loro capolinea e la loro “assenza”.
Quante di queste storie abbiamo sentito negli anni, quanti sogni abbiamo visto realizzarsi e infrangersi, ma credetemi come si fa a smettere di sognare fin quando avremo la facoltà di chiudere e riaprire i nostri occhi? Tutto il resto è mediocrità.
Il mio rammarico di contro è quello che con molto pragmatismo, la gente abbia smesso di sognare e che la mia generazione abbia finito per distruggere i sogni di chi verrà appresso, pertanto per correre ai ripari e salvare il salvabile, semplifichiamo la nostra vita dalle persone negative, non perdiamo tempo nella vana speranza di “guarirle”, prima che loro finiscano per “infettare noi” e continuiamo a coltivare i nostri sogni, come continuo a fare io.
Un abbraccio, Epruno.