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Sicilia, deputati e assessori dovranno dichiarare l’iscrizione alla massoneria

mercoledì 1 Agosto 2018

I deputati regionali siciliani e gli assessori che fanno parte di una istituzione massonica dovranno dichiararlo. E’ il primo effetto di un disegno di legge firmato da Claudio Fava e approvato oggi dalla commissione Affari istituzionali dell’Ars.

Il provvedimento obbliga, infatti, i parlamentari e gli assessori regionali a dichiarare eventuali iscrizioni a logge massoniche. È la prima legge del genere a livello regionale in Italia. il provvedimento della Commissione dovrà adesso essere ratificato dall’Aula.

“Questo voto – dice il presidente della Commissione regionale Antimafia, Claudio Fava – segna un importante passo avanti nella direzione della trasparenza istituzionale. Siamo fiduciosi che adesso celermente il Parlamento vorrà votare e rendere effettiva la nuova norma. I recenti fatti di cronaca dimostrano quanto sia necessaria e indifferibile una norma che consenta a tutti gli elettori un giudizio compiuto e consapevole su amministratori ed eletti”.

A dire il vero la Sicilia non è nuova a provvedimenti simili, che sollevano profili di incostituzionalità nella misura in cui aprono all’ipotesi che possano violare i diritti garantiti dalla legge sulla Privacy. Nel 1998, l’allora presidente dell’Assemblea regionale siciliana Nicola Cristaldi aveva inviato una circolare con la quale aveva richiesto che tutti coloro che avevano a che fare con Palazzo dei Normanni (dirigenti, funzionari, personale parlamentare e deputati) dovessero dichiarare l’eventuale appartenenza alla massoneria. 

Per il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi però si tratta di “un atto illegittimo e anticostituzionale che, dietro la bandiera di una strumentale pseudo trasparenza istituzionale da garantire, nasconde solo ed esclusivamente una profonda e radicata Massofobia già ampiamente mostrata durante i lavori della Commissione Antimafia di cui l’onorevole Claudio Fava è stato vicepresidente. Il disegno di legge rappresenta per il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani – continua Bisi – l’ennesimo grave tentativo antidemocratico, palesemente discriminatorio e in contrasto non solo con le norme della Costituzione della Repubblica Italiana, di dover imporre a dei cittadini facenti parte di libere e legali associazioni, di manifestare a tutti i costi e ledendo il principio del diritto alla riservatezza, la propria appartenenza alla Massoneria senza alcun plausibile motivo”.

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