“Come al solito, qualche organo di stampa abituato a essere il braccio armato di ben individuate parti politiche, a loro volta strumento di affaristi e speculatori che per anni hanno saccheggiato la Sicilia, inventa ricostruzioni faziose e distorce la realtà per nascondere la verità. In genere, mi dico: guarda e passa. Ma quando la mia conferma ad amministratore di Sicilia e-Servizi, oggi Sicilia Digitale, viene presentata come un trucco non posso tacere contro chi cerca di truccare fatti e informazioni per nasconderli”.
Così Antonio Ingroia, amministratore unico di Sicilia e-Servizi, in una nota.
“Una verità – aggiunge – fatta di un triennio, quello passato, in cui ho messo alla porta affaristi e speculatori, salvando la società e i servizi informatici per i siciliani, facendo risparmiare alla Sicilia e all’Europa più di 50 milioni di euro e rimettendo nelle mani dei siciliani quello che era nelle mani di gruppi privati che ne hanno profittato ingrassando e dilapidando i 200 milioni di euro, scandalo che ho denunciato solo io due anni fa e che da allora è rimasto nei cassetti giornalistici e giudiziari. Una verità fatta dal progetto di rilancio e di sviluppo, per il prossimo triennio, di una società rinnovata, anche nel nome, oggi Sicilia Digitale (cambio di denominazione approvato in un’altra assemblea soci del gennaio scorso, e quindi in modo del tutto indipendente dalla mia conferma) per consentire alla società di crescere ancora ed entrare anche come operatore del mercato dei servizi digitali. Ero e sono talmente convinto di quel piano che, al contrario di chi ricopre un ruolo per conservare una poltrona, ed essendo prossima la mia scadenza di mandato, ho preferito rassegnare prima le mie dimissioni affinché la Regione potesse liberamente giudicare quel piano, assieme alla mia governance degli anni passati. Se la Regione non lo avesse condiviso, sarei stato già automaticamente fuori, senza essere di ostacolo a eventuali decisioni di sviluppo diverse per la società”.
“E proprio perciò – prosegue Ingroia – ho presentato la mia lettera di dimissioni ben un mese prima dell’assemblea soci in cui poi sono stato confermato, proprio per dare tutto il tempo alla Regione di fare le proprie opportune valutazioni. Altro che trucco di dimissioni e nuova nomina nello stesso giorno! Se la Regione ha riconosciuto la bontà di quel piano e mi ha confermato alla guida della società per attuarlo, lo ha fatto a ragion veduta ed ha evidentemente riconosciuto il lavoro da me svolto, gli enormi risparmi milionari a favore dei siciliani a parità di livelli occupazionali e di servizi gestiti, che anzi sono addirittura aumentati, oltre ovviamente ad aver ritenuto condivisibili gli obiettivi del piano di sviluppo. Io resto a disposizione di chiunque voglia delucidazioni, a patto che, oltre alle miserie delle argomentazioni sulla indagine a mio carico per un presunto peculato fondata su leggi non più vigenti perché abrogate, voglia discutere seriamente e con trasparenza dell’informatica siciliana, dei soldi che ho fatto risparmiare ai cittadini e di come sarà gestita la pioggia di centinaia di milioni che arriveranno dall’Unione Europea”.
“Altrimenti, l’insistenza nella disinformazione dicendo cose non vere, come quella di un’unica assemblea soci in cui sarebbero avvenuti tutti i nuovi fatti societari (cambio nome, mie dimissioni, mia conferma), che invece sono avvenuti in momenti diversi e temporalmente distinti, può avere solo una spiegazione: la pressione in ogni ambiente, giornalistico, politico-istituzionale e burocratico, dei soliti interessi speculativi delle solite lobby, che hanno nostalgia dei “bei tempi passati” quando razziavano tutte le risorse destinate al digitale in Sicilia e che io – conclude Ingroia – ho messo alla porta e combattuto con successo in questi anni. E che continuerò a combattere finché sarò alla guida di Sicilia e-Servizi prima, di Sicilia Digitale oggi e domani”