“Siamo lieti che i dipendenti del comune di Catania in dissesto abbiano gli stipendi salvi grazie all’invio di otto milioni di euro da parte del governo regionale. Un atto di sensibilità umana ed istituzionale che fa onore al presidente Musumeci. Ma al governatore ricordiamo che anche la provincia di Palermo fa parte della Regione Sicilia e che 72 dipendenti del comune di Belmonte non ricevono lo stipendio da dieci mesi. Tra poco sarà Natale pure per loro, non solo per Catania“.
Così Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali della Lega, dopo l’approvazione all’Ars – con un voto di scarto – dell’articolo sulle anticipazioni di 40 milioni di euro come fondo complessivo e il contributo a fondo perduto di 8 milioni di euro per Catania.
“È un modo di procedere del governo assolutamente inaccettabile – dice Gelarda – perché affronta le emergenze in ordine sparso dando la sensazione, vorremmo sbagliarci, di avere un occhio di riguardo per i territori del Catanese. Per la Lega, invece, non ci sono figli e figliastri – aggiunge Gelarda – tanto che ci siamo già attivati per raccogliere le istanze dei dipendenti di vari comuni siciliani in difficoltà. Ci preoccuperemo di dare voce a tutti, nessuno deve rimanere indietro“.
Intanto, ieri sera il Consiglio comunale di Catania con ventisette voti favorevoli e due astenuti ha dichiarato il dissesto economico finanziario dell’ente per un “buco” di bilancio di 1,6 miliardi di euro.
“È molto doloroso – dice Rita Pizzo, coordinatrice della Lega a Belmonte, la più votata consigliera comunale che si è dimessa il 25 settembre scorso in rottura con la politica dei vecchi partiti – constatare che mamma Regione ha cure e considerazioni diverse per i suoi figli. So di tanti concittadini di Belmonte in difficoltà economiche e questa disparità di trattamento con Catania, pur essendo felice per i dipendenti del comune etneo, ci lascia davvero con l’amaro in bocca. Spero che a breve anche per i dipendenti del comune di Belmonte – conclude Pizzo – arrivino quelle risposte che da troppo tempo si fanno attendere”.