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Il monito

Sicilia, la bomba del turismo di massa pronta a esplodere nella patria delle contraddizioni

lunedì 12 Agosto 2024

Nel 2025, la Sicilia si troverà a un bivio critico, con il turismo di massa che rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba a orologeria pronta ad esplodere. In un precedente articolo (CLICCA QUI) vi avevamo parlato dei pericolosi effetti dell’overtourism, già evidenti negli ultimi anni, che si stanno via via sempre più intensificando, minacciando di compromettere non solo l’identità culturale e la qualità della vita dei residenti, ma anche l’ambiente naturale dell’Isola. Quelli che ci stiamo lasciando alle spalle, in questa calda stagione estiva, sono risultati senz’altro ottimi dal punto di vista economico ma che nascondono però un pericoloso rovescio della medaglia.

Il boom del turismo e le sue conseguenze

L’afflusso di turisti in Sicilia continua a crescere a ritmi esponenziali. Nel 2024, l’Isola ha accolto quasi oltre 17 milioni di visitatori, un numero senza precedenti che ha portato a un sovraffollamento delle principali destinazioni turistiche come Taormina, Ortigia, e la Valle dei Templi, ma che continua ad interessare anche le principali province siciliane, come Palermo e Catania, sempre più sulla bocca di tutti per fenomeni quale il cineturismo (CLICCA QUI), ovvero quel turismo legato alla scoperta dei luoghi che hanno fatto da sfondo a film e serie TV, attirando visitatori da tutto il mondo desiderosi di immergersi nelle atmosfere dei loro film preferiti.

Questo incremento ha avuto risvolti positivi sull’economia locale, ma ha anche causato problemi significativi, con prezzi degli immobili in aumento e residenti sempre più spinti a cercare casa altrove, trasformando interi quartieri storici in luoghi esclusivamente dedicati ad un tipo di turismo “mordi e fuggi. Celebre il caso di Barcellona che dopo le infiammate proteste degli ultimi mesi, ha deciso di porre un freno, a partire dal 2029, al fenomeno degli affitti brevi (CLICCA QUI). Paure senz’altro legittime e che proprio a Palermo avevano trovato sfogo in uno striscione emblematico apparso durante il festino della “Santuzza”: “Santa Rosalia, la turistificazione è la nuova peste. Dov’è finita casa mia?” (CLICCA QUI). Sentori di paura, nervosismo e insoddisfazione, probabilmente non ancora del tutto esplosi ma decisamente in luce e sempre più radicati anche nei nostri cittadini qui in Sicilia.

I piccoli negozi locali, un tempo cuore pulsante delle città siciliane, stanno scomparendo a un ritmo allarmante, sostituiti da negozi di souvenir, bar, ristoranti e catene internazionali. Il rischio di una “desertificazione commerciale“, anche in città come Palermo (CLICCA QUI) è ormai tangibile, con i centri storici che stanno, a detta di molti, perdendo la loro autenticità e diventando sempre più simili a veri e propri parchi a tema a misura di turista.

Immagini che dovrebbero preoccuparci

Sono di qualche giorno fa le immagini sconcertanti dell’isola di Santorini invasa dai turisti, con le autorità che intimavano ai residenti di “rimanere a casa”. In un’isola che normalmente ospita 15 mila residenti arrivano, in un giorno solo, 11 mila turisti. Un “incidente” talmente grosso da aver fatto il giro del mondo mettendo ancor di più i riflettori su un tema che se fino ad allora era decisamente caldo si è fatto via via sempre più bollente. Tra esperti e sedicenti tali a confronto che negli ultimi mesi si sono interrogati sulle strategie da adottare e sulla sempre più stringente necessità di un equilibrio tra un turismo senz’altro vitale per l’economia locale, e la necessità di garantire dei diritti fondamentali: quelli alla casa e al rispetto e l’identità del luogo in cui si ci trova.

Il futuro del turismo in Sicilia

Quello che è certo è che la Sicilia nei prossimi anni si troverà a un punto di svolta. La sensazione è di respirare una sempre crescente ostilità dei residenti nei confronti dei “forestieri”, sintomo evidente di un disagio diffuso e ormai palpabile che non può più essere ignorato dalle istituzioni. Secondo una ricerca di Jfc Consulenza Turistica e Territoriale: il 49,3% degli italiani è d’accordo con l’introduzione di misure che limitino e/o controllino i flussi turistici nelle destinazioni; il 38,4%, invece, si dice contrario e si oppone a tali interventi; c’è poi una quota del 12,3% che, pur affermando la propria neutralità, segnala queste come misure “non in grado di produrre benefici reali”.

turisti turismoIl turismo, se gestito in modo responsabile, può continuare a essere una risorsa preziosa per l’economia locale. Tuttavia, senza interventi mirati e una pianificazione attenta, il rischio è che l’Isola diventi vittima del suo stesso successo, perdendo ciò che la rende unica, ovvero la sua autenticità e la sua vivibilità. Episodi come quelli di Santorini rischiano non solo di consegnare una brutta immagine a livello internazionale della nostra Isola ma di recare un danno anche in termini ambientali arrecando un profondo stress che in molti casi produce sfruttamento e distruzione degli ecosistemi a causa dell’inquinamento, dell’accumulo di rifiuti e di una cementificazione selvaggia. Speciali “tasse turistiche” come il caso di Venezia o i limiti agli affitti brevi in via di sperimentazione a Barcellona sono solo alcune delle idee messe sul campo ad oggi per porre un freno ad un problema di cui non abbiamo ancora chiari tutti i contorni. Le decisioni prese oggi determineranno il futuro della Sicilia e la sua capacità di affrontare le sfide che il turismo di massa inevitabilmente porta con sé. Studiamo, copiamo, e se è il caso inventiamo e sperimentiamo anche noi in primis, ma non lasciamo che questa bomba, alla fine, ci esploda fra le mani.

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