In arrivo per le isole minori della Sicilia oltre 18 milioni di euro in tre anni per finanziare progetti di sviluppo infrastrutturale e di riqualificazione del territorio.
L’opportunità è prevista dal Dpcm dello scorso febbraio che regolamenta i criteri di riparto del “Fondo per gli investimenti delle isole minori” per gli anni 2020, 2021 e 2022. “Il fondo – spiega Giuseppe Sciarabba, presidente dell’Agenzia di sviluppo del Mezzogiorno – è a beneficio dei comuni e prevede in tre anni uno stanziamento di 1.423.620 € per Ustica, 2.911.721 € per Favignana, 2.964.427 € per Pantelleria, 5.066.936 € per Lipari, 1.163.980 € per Santa Marina, 1.159.240 € per Leni, 1.172.404 € per Malfa e 2.383.439 € per Lampedusa e Linosa.
I progetti devono essere orientati alla decarbonizzazione del settore energetico, alla ristrutturazione degli edifici, al sostegno all’industria per innovare a fini di ‘green economy’, a forme di trasporto finalizzate alla riduzione dei consumi e delle emissioni nocive. Ed ancora, al recupero e alla gestione dei rifiuti, alla gestione delle acque, alla viabilità, al recupero e al riutilizzo del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, al contingentamento dei flussi turistici e alla destagionalizzazione, alla protezione degli habitat prioritari e delle specie protette, alla certificazione ambientale dei servizi. Le istanze dei singoli comuni, ovvero del comune capofila nel caso di aggregazioni temporanee tra comuni, vanno redatte secondo quanto indicato dall’articolo 5 del Dpcm del 4 febbraio 2021 e presentate, a pena esclusione, entro il prossimo 27 ottobre.
“I progetti per essere finanziati – precisa Sciarabba – devono essere subito cantierabili. In assenza di cantierabilità, cioè nel caso in cui i comuni destinatari del riparto non dispongano di progetti immediatamente eseguibili o nel caso in cui il progetto eseguibile finanziato sia d’importo inferiore alla somma indicata nel decreto di riparto, la dotazione può essere destinata al finanziamento della progettazione per la realizzazione di interventi con le stesse finalità da realizzare a valere sulle successive annualità del fondo oppure – su altre fonti di finanziamento che dovranno essere indicate nel quadro economico”, conclude Sciarabba.