Lo strano caso di Messina: A.A.A cercasi candidato anti-Cateno, nonostante De Luca non sia candidato. Da cronista politica, in tempi di “totonomi”, raccolgo indizi, indiscrezioni, ascolto dialoghi, confessioni e ambizioni. E nella Messina ai tempi di Cateno De Luca, i dialoghi-tipo nelle coalizioni di centrodestra e centrosinistra sono più o meno gli stessi. Sembra di essere in un thriller del genere “Non aprite quella porta” nelle varianti peloritane “non guardare Facebook questa mattina” e “non fare quel nome sul giornale se no gli finisce come a San Sebastiano”.
ECCO ALCUNI ESEMPI
1)X a Y: “Abbiamo pensato a te come candidato sindaco/a.Ci sembri la persona più adatta”
Risposta di Y: “Ma sei pazzo? Non voglio passare i prossimi due mesi con Cateno De Luca che me ne dice di tutti i colori”.
2) X agli alleati: “Che ne dite di candidare sindaco/a Tizio o Caio? Mi sembrano adatti”
risposta corale: “No, Tizio non ce la farà a reggere una campagna mediatica contro. Caio ha già litigato con Cateno nel 1999, nel 2005, nel 2011 e l’altro ieri. Troppo esposto”
3)X: “E allora K? W? Z?” Risposta corale: “Dipende da 1 a 10 quanto è a rischio tiro al bersaglio? E se si deprime dopo le prime 3 dirette contro di lui/lei? ”
LA TENUTA PSICOLOGICA
Questi sono solo esempi dei dialoghi che in entrambi i fronti si stanno tenendo per trovare chi schierare alle amministrative di fine maggio. Il problema del partito al quale debba fare riferimento il candidato è diventato quasi secondario rispetto all’individuazione di chi possa avere la tenuta psicologica ad una campagna elettorale di 3 mesi sotto le grinfie social di Cateno De Luca.
L’ANTICATENO SENZA CATENO CANDIDATO
Che non è candidato ma è come se lo fosse. Il dibattito cittadino è: “te la senti di candidarti contro Cateno”, alternato a “sì ma secondo me vince Cateno”, oppure “sicuro che Cateno arriva al ballottaggio”, “io ti dico che se continuano così Cateno vince al primo turno”. Dimenticando che il candidato sindaco in carne, ossa e manifesti è Federico Basile.
Così anche i più grandi entusiasmi finiscono con l’essere smorzati dalla prima diretta facebook di Cateno non appena i competitor abbozzano un ipotetico nome. Giusto per far capire che aria tira ma soprattutto che aria tirerà.
IL FATTORE C
Al di là dell’appartenenza politica, della capacità tecnica e comunicativa, del programma e del far quadrare equilibri di coalizione, c’è il fattore C (ovvero Cateno). Non appena si profila un nome lui apre il tiro al bersaglio. Lo ha fatto con Matilde Siracusano, che pure aveva elogiato fino a pochi giorni prima per il lavoro svolto. Lo ha fatto per Nino Germanà piuttosto che per Peppino Buzzanca, Alessandro Russo, Antonella Russo e Franco De Domenico. Ha finito ieri con Maurizio Croce e con Ferdinando Croce. Stamattina con Valentina Zafarana. In realtà sono accenni perché poi annuncia: quando saprò chi è ufficialmente dirò la mia (scatenando l’effetto panico).
Mentre Basile gira per i quartieri De Luca scartabella negli archivi della politica per trovare pecche, vizi, errori e peccati di gioventù. Soprattutto scheletri nell’armadio, parentele e amicizie politiche, episodi imbarazzanti.
A.A.A. CERCASI
Basile e De Luca danno il via al “casting” per le liste? Centro destra e centro sinistra si dedicano al “day hospital” in chiave elettorale per trovare il candidato più temprato a quel che verrà. Lo staff dei cacciatori del candidato ideale passa dall’analisi completa del Dna ai gusti musicali, presente, passato, e va pure a casa a rovistare nei cassetti e negli album di fotografie per evitare brutte sorprese a nome ufficializzato. Mai prestare il fianco agli strali di De Luca e del suo esercito social. Del resto Cateno ha il vantaggio d’aver deciso tutto da solo senza dover condividere il nome se non su facebook.
TEST A RISPOSTA MULTIPLA
Gli aspiranti al ruolo vengono sottoposti ad un test a risposta multipla con domande del tipo “quante volte sei stato in via I Settembre negli ultimi 15 anni” , oppure “hai il poster di Paolo La Paglia a casa?” “Pensi che Gaetano Armao e Giancarlo Cancelleri abbiano un loro perché?”, “tra i cd nel tuo salotto dopo Gigi D’Alessio e prima di Angelo Famao nascondi quello di Cateno De Luca?”
Se per caso in terza elementare nella recita di Natale hai fatto la parte di Erode rischi di non superare neanche la preselezione. Non parliamo poi se all’elezione di capoclasse alle medie hai barattato consensi con i kinder fetta a latte.
YOGA E MENTAL COACH
C’è poi la parte psicologica con un mental coach che seguirà il candidato sindaco per tutta la campagna elettorale. Ogni mattina il mental coach prenderà a pernacchie, sberleffi, ilarità, contumelie il candidato sindaco minandone l’autostima fino alle fondamenta. Solo dopo un’ora di terapia d’urto potrà serenamente accendere facebook e sapere cosa Cateno De Luca ha detto di lui. Un po’ come il proverbio del leone e della gazzella in Africa, anche a Messina non importa se sei di centrodestra o centrosinistra, ogni mattina prima di guardare facebook devi fare un’ora di yoga.
IL GRUPPO ACAC
In alternativa ci sono le sedute del gruppo ACAC (anonimi candidati antiCateno) che iniziano con la testimonianza: “Salve, mi chiamo X e da 7 ore non guardo una diretta di De Luca, mi sto disintossicando”.
Insomma più che un candidato ideale il rischio è cercare un agnello sacrificale. O peggio, visto che dal 2013 in poi il sistema dei partiti è riuscito a farsi del male giocando anche con il vento a favore, fare la fine del noto Tafazzi. I precedenti (amministrative 2013 e 2018) ci sono tutti. Eppure ad un mese dalle dimissioni di Cateno De Luca non si vede l’ombra di avversari in campo. Ad oggi, 11 marzo 2022 Cateno De Luca balla da solo e ha pure la tentazione di scegliersi gli avversari. Errare è umano, perseverare è diabolico.