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Sistema Montante, “ombre” anche sul testimone chiave: “Prolungate le indagini su Cicero”

mercoledì 14 Ottobre 2020
Antonello Montante e Alfonso Cicero
Antonello Montante e Alfonso Cicero

Il Gip di Caltanissetta Gigi Omar Modica ha respinto la richiesta di archiviazione delle indagini su Alfonso Cicero (ex presidente dell’Irsap) uno dei due grandi accusatori di Antonello Montante. L’ex presidente di Sicindustria ed ex paladino dell’Antimafia, in primo grado è stato condannato a 14 anni di reclusione, con l’accusa di associazione finalizzata alla corruzione.

Il giudice oggi ha accolto la richiesta dell’Avvocato Gioacchino Genchi, difensore di Salvatore Iacuzzo (ex direttore generale del Consorzio Asi), che aveva citato per diffamazione Cicero, a seguito delle sue accuse.

Il Gip ha ordinato di prolungare di altri 5 mesi le indagini su Cicero, “teste chiave” nell’inchiesta “Double Face”, che portò all’arresto dell’ex leader di Confindustria Sicilia. I due – Cicero e Montante – per Genchi avrebbero attuato «un piano per screditare l’avvocato Salvatore Iacuzzo, che era stato direttore dell’Area di sviluppo industriale di Caltanissetta dal 1998 al 2007, personaggio non gradito all’establishment di quello che è stato definito “Sistema Montante”».

LE “OMBRE” SUI RAPPORTI TRA CICERO E MONTANTE

La lunga memoria presentata dall’avvocato Genchi presenta un quadro storico dei rapporti tra Montante e Cicero, basato su accertamenti documentali, che lo stesso gip ritiene “doveroso ai fini di un maggiore approfondimento delle condotte oggetto di denuncia”.

“I due – si legge nell’atto di opposizione – prima dello sciogliersi dell’idillio che li aveva accomunati per tanti anni, hanno agito in perfetta sinergia nel coordinare le rispettive iniziative associative, politiche e giudiziarie, anche sulla scorta di informazioni riservate che provenivano loro da organi istituzionali, uffici giudiziari, appartenenti alle forze di polizia e ai servizi di sicurezza, oltre che dal mondo della finanza, dell’imprenditoria e dell’informazione”.

Antonello Montante

In particolare, Montante “ha fatto più volte riferimento quale fonte delle sue conoscenze e delle propalazioni calunniatorie proferite – fra gli altri, anche nei confronti dell’avvocato Iacuzzo – al contenuto delle denunce sporte dal Cicero a varie Procure della Repubblica della Sicilia”. Una di queste risale al 10 luglio 2014, giorno in cui Cicero aveva reso dichiarazioni alla Commissione Parlamentare Antimafia.

In quella sede, l’allora presidente dell’Irsap aveva fatto molti riferimenti all’avvocato Iacuzzo, tra le tante propalazioni aveva riferito che “il pentito Siino dichiarava, come risulta sempre dagli atti processuali, che al direttore generale dell’Asi Iacuzzo venivano prestati dei soldi”, accostandone in più occasioni il nominativo a ditte intestate a “prestanomi di boss mafiosi”.

Tuttavia, spiega Genchi, “in nessun verbale, né in nessun atto di indagine, ordinanza, sentenza, ecc. si è rinvenuta traccia delle predette dichiarazioni”. Da qui le accuse di calunnia, diffamazione e falsa testimonianza rivolte a Cicero. Dall’accurata analisi del traffico telefonico si evince che “non sono risultati contatti telefonici, né diretti, né indiretti, con le utenze al tempo in uso all’avvocato Salvatore Iacuzzo, con il quale il collaboratore di giustizia Angelo Siino non ha mai dichiarato di avere intrattenuto rapporti di alcun genere, nemmeno di semplice conoscenza, dell’esistenza della sua persona o delle attività dallo stesso nel tempo svolte”.

Avv. Gioacchino Genchi

LA TESI DI GENCHI

«Se è vero, come è vero, che esisteva un “Sistema Montante” – ha dichiarato l’Avv. Genchi a ilSicilia.it – non può essere il solo Montante a pagare il conto con la Giustizia, anche per quanti sono scesi per tempo dal suo carro, dileguandosi come i ratti di una nave che sta per affondare. Il provvedimento del Gip di Caltanissetta, rende giustizia in uno dei tanti punti equivoci che aleggiano sul processo Montante con riguardo agli uomini delle Istituzioni, della politica, dell’informazione e degli apparati giudiziari, di cui Montante si è avvalso per affermare prepotentemente la logica di una falsa Antimafia affaristica, con la quale per oltre un decennio ha sostanzialmente diretto le regole del sistema politico, economico e giudiziario di questa Isola.

L’assurdo è – prosegue Genchi – che uno dei suoi più fidati collaboratori risulti addirittura come persona offesa nel processo che vede imputato Antonello Montante – con una spropositata condanna a 14 anni di carcere – quasi come se lui dovesse pagare i conti con la Giustizia anche per i suoi complici, che sono rimasti assenti da quel processo».

nicola morraDA DUE ANNI GENCHI ATTENDE RISPOSTA DALL’ANTIMAFIA

Mentre la Procura di Caltanissetta dovrà fare un approfondimento sul disegno calunniatorio che avrebbero ordito Montante e Cicero ai danni di Iacuzzo, l’avvocato Genchi ha sollecitato al presidente della Commissione antimafia Nicola Morra il rilascio in copia “delle denunce e degli scritti autografi” depositate da Alfonso Cicero nel corso della sua audizione per avvalorare le sue dichiarazioni, dato che – come si evince dal resoconto stenografico corretto dallo stesso Cicero – sarebbero stati pure acquisiti dall’organo parlamentare.

La richiesta – presentata da Genchi il 23 agosto 2018 – non ha ancora ottenuto risposta.

 

 

*****

AGGIORNAMENTO DEL 15 OTTOBRE 2020

 

LA REPLICA DEL LEGALE DI CICERO

Riceviamo e pubblchiamo la replica dell’Avv. Annalisa Petitto:

«Nell’interesse del mio assistito Alfonso Cicero, ex Presidente dell’IRSAP, ritengo di dover replicare alle notizie riportate il 14.10.2020 in ordine al rigetto del GIP di Caltanissetta della richiesta di archiviazione della Procura in riferimento al procedimento penale n. 1865/2018 RGNR iscritto per diffamazione e scaturito a seguito della denuncia sporta da Iacuzzo Salvatore, nel 2018, in merito a presunte offese che il medesimo avrebbe patito a fronte dell’audizione di Cicero in Commissione Nazionale Antimafia il 10 luglio 2014.

All’esito delle indagini preliminari la Procura nissena ha formulato richiesta di archiviazione riguardo a tutte le ipotesi delittuose denunciate da Iacuzzo. Il GIP ha disposto le nuove indagini al fine di acquisire “gli atti trasmessi da Cicero alla detta commissione a supporto delle dichiarazioni rese” e ciò al fine di consentire “alle parti tutte di questo procedimento di avere visione e contezza di tali atti”. Nella piena serenità che le indagini disposte dal GIP varranno ad ulteriormente corroborare l’insussistenza delle accuse mosse dal denunciante Iacuzzo all’ex Presidente dell’IRSAP Cicero che, in Commissione Antimafia, ha unicamente e doverosamente relazionato sulla sua azione di denuncia intrapresa in tutte le ASI della Sicilia, prendiamo atto dell’ennesimo tentativo mediatico, attuato da Iacuzzo, di volere delegittimare Cicero e di voler screditarne la sua figura personale ed il suo ruolo processuale nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema Montante, processo in cui, come è noto, Cicero è l’unica parte offesa individuata insieme al Ministero dell’Interno, oltre ad essere parte civile e denunciante.

Siamo abituati a fare i processi nelle aule di giustizia e a rispettare i provvedimenti della Magistratura che riteniamo siano terzi ed obiettivi rispetto agli atti processuali delle parti in causa. Per tale motivo, non intendendo raccogliere nessuna ulteriore provocazione mediatica funzionale unicamente a screditare la figura di Cicero nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema Montante, riteniamo di poter ripristinare la verità dei fatti – stravolta dagli stralci dell’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione del difensore dello Iacuzzo (eventualmente ammissibili in sede processuale e non anche all’esterno, e peraltro già sconfessata dalla memoria e dagli atti allegati al  fascicolo del GIP in difesa di Cicero) – ricordando quanto afferma il GIP dott.ssa Maria Carmela Giannazzo, a pagina 2473, dell’ordinanza applicativa di misura cautelare a carico di Montante ed altri, in uno dei plurimi riferimenti alla figura di Cicero.

“Dagli atti del procedimento non emergono elementi che depongono per un coinvolgimento del Cicero Alfonso nei fatti reati per i quali si procede a carico degli odierni indagati o per altri reati ad essi connessi, le dichiarazioni da lui rese rivestono perciò la natura di una vera e propria testimonianza e, come tali, vanno apprezzate e valutate, richiedendosi perciò soltanto la positiva delibazione della credibilità intrinseca della fonte senza che sia necessaria anche la presenza di elementi esterni di riscontro. Attendibilità intrinseca che va senz’altro riconosciuta, condividendosi pienamente al riguardo le considerazioni esposte dal P.M. nella richiesta”, nonché nella sentenza della Dott.ssa Graziella Luparello, con cui Montante è stato condannato alla pena di 14 anni di reclusione, a pagina 301 “CICERO, per converso, dopo essere stato commissario straordinario in alcuni consorzi ASI siciliani, era stato nominato prima commissario straordinario e poi presidente dell’I.R.S.A.P., funzione nell’esercizio della quale lo stesso aveva attivato una serie di misure di contrasto alla criminalità organizzata e alle sue infiltrazioni nel mondo dell’imprenditoria (…), a pag. 322 “Nelle parole di CICERO, in particolare, non è possibile riconoscere alcun gratuito anímus nocendi nei confronti di MONTANTE, ma soltanto la ferma determinazione di ristabilire la verità sull’impegno antimafia, predicato ma non praticato dal medesimo MONTANTE, un’antimafia in ossequio alla quale CICERO, quale presidente dell’I.R.S.A.P., si era sovente sovraesposto, illudendosi che eguale sovraesposizione avrebbe accettato il suo apparente mentore, l’imprenditore di Serradifalco”.

Consideriamo la valutazione dei Giudici, tanto in fase di indagini che all’esito del processo, assai più terza e superpartes rispetto a quella del difensore di Iacuzzo che, con le sue tesi, inspiegabilmente, nega quanto gli atti processuali della magistratura nissena conclamano sul ruolo di Cicero, parte offesa e parte civile, nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema Montante», conclude l’avv. Petitto.

 

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