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“Montante depresso”, la difesa chiede di annullare il processo di 1° grado

sabato 19 Settembre 2020
montante

Hanno chiesto la nullità del processo di primo grado, nei motivi di appello, perché Antonello Montante, a loro dire, “era incapace di partecipare coscientemente al giudizio”.

Gli avvocati difensori dell’ex leader di Confindustria in Sicilia, Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, hanno sottolineato come le varie perizie depositate hanno dimostrato che Montante sarebbe affetto da uno stato depressivo. La richiesta è già stata rigettata in primo grado.

Avv. Carlo Taormina
Avv. Carlo Taormina

La Corte, presieduta da Andreina Occhipinti (a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta) si è riservata di decidere. Nel corso dell’udienza la Corte d’Appello ha rigettato e ammesso tutti coloro che hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come avevano fatto in primo grado, nell’ambito del processo sul cosiddetto “Sistema Montante”, ripreso ieri dopo la pausa estiva e che si celebra nei confronti di cinque imputati.

La Corte ha inoltre rigettato l’eccezione sollevata dalla difesa sull’incompetenza territoriale. Imputati del processo insieme a Montante anche l’ex comandante della Guardia di Finanza ed ex capocentro della Dia Gianfranco Ardizzone, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, il responsabile della sicurezza di Confindustria Diego Di Simone e il questore Andrea Grassi. Gli imputati, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.

Montante in primo grado era stato condannato a 14 anni, con una sentenza che parlò di mafia trasparente” per definire il suo Sistema basato sul dossieraggio e la gestione occulta del potere.

Nelle motivazioni della sentenza di 1° grado si legge: “Montante è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un’antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di dossieraggio, molte istituzioni regionali e nazionali”. Nell’inchiesta, ribattezzata “Double Face“, emerge la doppia faccia dell’ormai ex paladino dell’Antimafia.

 

 

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