Dopo mesi di stallo è ripartito il confronto sulla stabilizzazione dei 5.000 lavoratori Asu. Ieri si è tenuto un tavolo tra i sindacati e l’Assessorato alla famiglia e al lavoro della Regione Siciliana con l’obiettivo di giungere ad un unico disegno di legge che possa finalmente mettere fine ad una vertenza lunga 20 anni. Nel frattempo all’Ars ne è stato presentato uno, a prima firma dell’onorevole Tommaso Calderone di Forza Italia, che però attende di essere calendarizzato. La volontà del governo è quella di fare una sintesi di tutti i testi in discussione.
“Condividiamo la necessità di arrivare ad una legge condivisa tra la proposta depositata alcuni mesi fa dai sindacati confederali e quella degli autonomi, ma a partire da un punto che per noi rimane inamovibile: la legge deve tutelare tutti i lavoratori degli enti locali e del privato sociale, senza distinzioni”. Lo hanno detto i coordinatori di Ale Ugl Sicilia, Vito Sardo e Mario Mingrino.
“Eliminare il vincolo dei 10 anni per favorire la fuoriuscita dal bacino dei lavoratori Asu vicini alla pensione – aggiungono – storicizzare il contributo erogato dalla Regione per incentivare la stabilizzazione negli enti utilizzatori che hanno capacità assunzionali, prevedere il passaggio alle società partecipate della Regione per tutti gli altri lavoratori. Sono questi i tre cardini della nostra proposta”.
“Inoltre – aggiungono – abbiamo sottoposto all’attenzione dell’assessore le richieste già avanzate al sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon, di autorizzare la storicizzazione della spesa come già fatto per i contrattisti, ripristinare la riserva dei posti nei concorsi pubblici anche per le categorie C e D e di dare la possibilità a questi lavoratori di potere essere impiegati anche presso enti e società statali come ad esempio Inps, Inail, Poste Italiane, Ferrovie dello Stato”.
“Infine – concludono Sardo e Mingrino – per quegli enti che hanno dichiarato la loro disponibilità a procedere alle assunzioni sarebbe necessario stabilire tempi certi in tal senso. Sono queste le strade da percorrere per sanare una situazione di precarietà diventata ormai insostenibile”.