Nulla da fare in Commissione Affari Istituzionali. E’ ancora fumata nera sulla riforma della dirigenza regionale. L’avvio del 2025 era stato condito da tanti buoni propositi, ma la norma, attesa ormai da oltre vent’anni, dovrà ancora attendere prima di mettere tutti d’accordo e poter finalmente approdare in aula.
Di questo e di tanto altro si è parlato in I Commissione, riunita oggi dal presidente Ignazio Abbate per tornare a discutere non solo del disegno di legge che punta a svecchiare e riorganizzare il comparto dei dirigenti, ma anche del ddl 738 e tutte le materie rimaste fuori dalla Finanziaria. A spiegarlo ai microfoni de ilSicilia.it è stato lo stesso Abbate, che ha sottolineato il costante e serrato confronto tra le parti per provare a risolvere le divergenze su alcuni punti, uno tra tutti il “tiro alla fune” tra fascia unica, linea del governo, e fascia doppia, richiesta principalmente dai sindacati (CLICCA QUI). Una condizione che ha portato alla riscrittura dell’articolo 1 e alla richiesta di maggiore tempo, sia da parte dei deputati di maggioranza sia di opposizione, per poter analizzare gli emendamenti. Il voto slitta così alla prossima settimana, ma non è comunque detto che possa rappresentare la volta buona.
Poi c’è anche il disegno di legge 738 stralcio di correzione delle norme approvate nella Finanziaria 2023. Abbate ha inoltre dichiarato che sarà dato spazio a quelle norme escluse dalla Manovra, per non caricarla ulteriormente, e che il percorso aperto “è stato deciso all’interno dei capigruppo, in una riunione presieduta del presidente Galvagno con tutti i presidenti delle Commissioni, per individuare i tempi e far approdare i disegni di legge in aula. Giorno 4 scadono i tempi per la presentazione degli emendamenti all’interno della mia Commissione, poi smisteremo gli emendamenti nelle commissioni di merito“. Le materie sul tavolo? Sviluppo economico, scuola, formazione, enti locali e non solo. Insomma, tante saranno le parti coinvolte e chiamate in causa.