Qualcuno, esperto della materia, diceva che “si va a teatro a proprio rischio e pericolo”, in altre parole la replica della vita sulla scena chiama in causa lo spettatore, sempre.
La considerazione ci è tornata in mente assistendo alla prima dello spettacolo “Le Cirque Invisible”, in replica al teatro Biondo di Palermo fino al 14 gennaio.
Protagonisti della piéce sono il “bambino vecchio” Jean-Baptiste Thierrée e la leggiadra Victoria Chaplin, due opposti che s’incontrano e si bilanciano in uno spettacolo che gira il mondo da quasi trent’anni.
Non nascondiamo lo smarrimento provato sin dalle prime battute nell’assistere a quanto era stato presentato come una “parentesi di disincantata magia nella razionalità quotidiana“.
La ripetizione degli sketch del canuto Thierrée, sempre in dialogo con il pubblico, fin troppo scontati nel raccontare momenti vuoti di senso, contrapposti alle silenziosissime e aggraziate movenze della minuta erede Chaplin hanno, all’improvviso, svelato l’anima dello spettacolo.
Se avessimo continuato a guardare una vecchia coppia di artisti, che puntano a regalare attimi di disincanto, con gli occhi degli adulti avremmo nutrito lo stesso disappunto dei primi minuti correndo quel famoso rischio citato all’inizio; in questo caso il rischio di non ritornare bambini, anche solo per un paio d’ore.
Il senso tanto ricercato non c’era: perché è così che i piccoli, prima di diventare adulti inquadrati e pronti al giudizio, vedono la vita che scorre sotto i loro occhi, godendo della leggerezza di bolle di sapone che, scoppiate, risuonano di campanellini o del candore di conigli e papere che, inconsapevoli, si rincorrono sulla scena.
Se è vero, poi, che ci si avvicina all’arte per continuare a porsi delle domande questo spettacolo ha assolto la sua funzione se, uscendo dal teatro, ci interrogheremo, anche solo per un momento, sulla nostra capacità di spogliarci dei panni degli adulti e respirare l’innocenza dell’età infantile.
La forza del “circo invisibile”, dunque, con i diversi “quadri” che si alternano sul palco, che non vi anticipiamo, sta tutta qui e l’invito, in uno spettacolo che ha strappato più di un applauso a scena aperta, è di non perdere l’occasione di misurarsi con questa prova.