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Il vertice

Sud chiama Nord conserva il gruppo all’Ars, Cateno De Luca incontra Renato Schifani

mercoledì 30 Ottobre 2024

Sud chiama Nord conserva il gruppo all’Ars ed avvia un percorso di dialogo con il presidente Renato Schifani. Cateno De Luca parla ai microfoni de ilSicilia.it, facendo il punto su quelle che sono state le ultime settimane vissute dal suo movimento politico. Dopo gli addii di Salvo Geraci (Lega), Alessandro De Leo (FI), Salvatore Giuffrida (DC), Ludovico Balsamo (MpA) e di Ismaele La Vardera (Misto), a far parte del gruppo sono rimasti Matteo Sciotto, Giuseppe Lombardo e lo stesso Cateno De Luca. Un percorso che ha imposto una riflessione all’ex candidato alla presidenza della Regione, il quale ha aperto la porta al dialogo con la compagine di centrodestra.

Sud Chiama Nord conserva il gruppo all’Ars

Cateno De LucaUn primo passaggio chiave per il partito di Cateno De Luca è stato conservare il gruppo all’Ars. Un’operazione avvenuta ieri nell’ultimo Consiglio di Presidenza. “Noi abbiamo fatto l’istanza in relazione al regolamento. Avevamo tutti i requisiti. Il primo è che devi essere un movimento politico reale. Il secondo riguarda i parlamentari. Devono essere eletti in due Circoscrizioni. Io sono stato eletto a Palermo, mentre gli altri due deputati sono stati eletti a Messina. Infine serve un’organizzazione stabile in una tutta la Sicilia. Ovviamente abbiamo consegnato il nostro dato e la nostra rete di amministratori. Nel Consiglio di Presidenza, credo che abbia votato contro solo il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, in quanto da inizio legislatura aveva deciso di non dare deroghe“.

Cinque deputati in meno rispetto a inizio legislatura

Al di là del discorso tecnico, il dato politico che resta è di un’emorragia di ben cinque deputati da inizio legislatura. “E’ ovvio che quando entri nei palazzi la tentazione è lì pronta – sottolinea De Luca -. C’è chi cede e chi non cede. Noi siamo un movimento post-ideologico. Nei palazzi trovi gente attrezzata a tentarti. Li si vede la statura delle persone“.

Tutto è avvenuto troppo in fretta. Una crescita esponenziale, quella del 2022, che si è poi ritorta contro la radice del partito. Così, Cateno De Luca ha pensato ad alcune contromosse per il futuro. “Noi abbiamo affrontato la crescita improvvisa da un fenomeno provinciale, quale era Sicilia Vera, ad un fenomeno regionale, il quale ha portato a candidature di soggetti che non avevano condiviso un percorso politico. Purtroppo non abbiamo potuto selezionare al meglio la classe dirigente. Per questo abbiamo introdotto il concetto di militanza a punti che presenteremo con un tour che si svolgerà fra novembre e dicembre. Conterà l’anzianità di iscrizione, l’impegno che si mette nelle iniziative, il sostegno al partito, le capacità che si immettono nei ruoli attribuiti. Una sorta di militanza attiva ben catalogata. Da questo si arriverà alla formazione delle liste. Questo eviterà la presenza di improvvisati che inizialmente vengono attirati dal brand e poi ci salutano“.

L’incontro con il presidente Schifani

La strada sembra tracciata, ma passa da un futuro tutto da costruire nel presente. Un’attualità che parla di un incontro fra il leader di Sud Chiama Nord e il governatore Renato Schifani. Vertice che Cateno De Luca descrive così. “Poco fa ho incontrato il presidente Renato Schifani con il quale abbiamo avuto un’ora di confronto su tematiche importanti, dove è pesata la mia esperienza amministrativa e la sua carriera politica. Sono due dimensioni diverse che portano al pragmatismo delle dinamiche territoriali e alle relazione di un politico di lungo corso. Il tema che abbiamo chiarito è che la fase della posizione isolata per noi si chiude. L’obiettivo di Sud Chiama Nord, essendo un movimento fatto da amministratori, è quello di poter incidere, traducendo in azioni il nostro bagaglio di esperienza. Questo è un ragionamento che vale nel centrodestra come nel centrosinistra. Non vale per l’attraversata nel deserto che abbiamo fatto“.

D’altronde, in Sicilia non si era verificata il fenomeno acceso da noi – aggiunge De Luca -. Una lista che parte e arriva al 25%, arrivando seconda nella corsa alla presidenza della Regione. Siamo stati capaci di iniziare un meccanismo di novità. Ma poi l’elettore vuole vederla in azione. E questo è quello che stiamo facendo. A dicembre 2025 faremo un’assemblea regionale dove si deciderà se chiudere il percorso con il centrosinistra, il quale comunque si deve togliere la sindrome dell’opposizione di professione, oppure se parlare con un centrodestra che dovrà comunque avere un rinnovamento generazionale. Non possiamo pensare di andare avanti con personaggi che hanno governato per 30 anni questa Sicilia sfasciata. Chiarito questo, ho anche detto che non ne faccio una personalizzazione della nostra azione politica. Io sono stato candidato alla presidenza della Regione. Il fatto che possa legittimamente porre la questione di essere il candidato delle coalizione è legittimo ma non l’ha posta come conditio sine qua non. Quindi, ho detto che se devo fare il numero due che ci mette nelle condizioni di mettere in pratica le nostre idee, ben venga“.

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