I giochi sono quasi fatti. Si preannuncia una pioggia di emendamenti che cadrà sulla riforma dei Consorzi di Bonifica già incardinata a Sala d’Ercole, emendamenti che i partiti politici dovranno presentare entro giorno 20 per procedere così alla votazione del disegno di legge.
Alcuni di questi sono critici, ossia quelli che riguardano il personale e nel dettaglio si tratta della copertura finanziaria per il turn over e per il contingente unico a 156 giornate lavorative l’anno. Stiamo parlando del turnover per far diventare i lavoratori a tempo indeterminato e il passaggio dai 78 e 102 giorni ai 156 giorni lavorativi. Una vera e propria sfida che il parlamento regionale dovrà affrontare nei prossimi giorni.
Una condizione necessaria per assicurare la continuità della stabilizzazione dei dipendenti, già iniziata l’anno scorso dopo anni di attesa, ma che comunque hanno assicurato la fornitura di acqua alle terre e alle coltivazioni e in alcuni territori dell’Isola non hanno fatto mai mancare l’acqua potabile per uso civico. La questione legata ai dipendenti rappresenta il vero nodo cruciale della riforma. Due sono infatti i punti che dal collegato della Finanziaria sono stati esclusi e dirottati verso la riforma.
Quanto costano questi provvedimenti sul personale? La cifra corrisponde a diversi milioni di euro per garantire la trasformazione dei contratti attuali e l’avvio di una nuova stagione per gli enti regionali. Somme che non sono contemplate nel disegno di legge in questione, dunque la domanda vera è la seguente: da dove si attingerà per recuperare le risorse finanziarie? La soluzione potrebbe essere offerta dalle imminenti variazioni di bilancio che l’Ars tratterà a metà luglio, ma non è ancora certo e tutto rimane in sospeso.
Il ddl prevede la costituzione di quattro nuovi Consorzi di bonifica: Sicilia nord orientale, Sicilia nord occidentale, Sicilia sud occidentale e Sicilia sud orientale. La riorganizzazione si baserà su criteri di integrità dei bacini idrografici, unitarietà dei sistemi irrigui, dimensioni adeguate per economie di scala e superamento dei vincoli amministrativi. I nuovi consorzi garantiranno accentramento dei servizi (come progettazioni o gare), riequilibrio nella distribuzione del personale, gestione unitaria e flessibile delle risorse idriche, maggiore autosufficienza economica e riduzione del sostegno pubblico per il funzionamento.
Il disegno di legge prevede inoltre la valorizzazione del personale tecnico-turnista già in servizio, favorendo la riqualificazione e un impiego stabile nel sistema consortile. Il finanziamento delle attività derivanti dal contributo consortile sarà affiancato da fondi comunitari, nazionali e regionali. L’assessorato regionale continuerà a sostenere temporaneamente i consorzi con contributi diretti, da ridurre progressivamente in favore dell’autosufficienza finanziaria.
Priorità dell’uso agricolo dell’acqua durante le emergenze siccità, con possibili riduzioni contributive per i consorziati colpiti, norme per l’invarianza idraulica e la gestione integrata dei fiumi e coste, percorsi per l’approvazione degli statuti e regolamenti dei nuovi consorzi e nomina di commissari straordinari per garantire la gestione ordinaria fino al completamento del riordino. Saranno i punti da cui ripartire. La riforma rappresenta un passo fondamentale per modernizzare e rendere più efficiente il sistema consortile siciliano, rispondendo alle esigenze attuali di sostenibilità ambientale, sviluppo agricolo e sicurezza del territorio.
La complessità del testo richiederà ancora un po’ di tempo e l’approvazione non sarà immediata. Il primo grande passo è stato compiuto nelle Commissioni parlamentari dove tutti i componenti hanno collaborato alla stesura del testo, al di là del colore politico e vista la delicatezza del tema. Adesso la palla tocca all’Ars e il tutto dovrà essere risolto prima delle variazioni di bilancio. Si apre una partita non semplice per la maggioranza.