Ci voleva la procura di Catania a dire schiettamente quello che altri in passato hanno fatto fatica ad ammettere e che ancora oggi non dicono. Che il Cara di Mineo è un “errore enorme” che il nostro Paese e il territorio pagano “in termini di controllo della legalità” (sono parole del capo della procura catanese).
Sì, perché il Cara (il più popoloso centro per richiedenti asilo d’Italia) oltre a soddisfare gli appetiti di amici e parenti di certi politici siciliani e locali, come attestato da diverse inchieste giornalistiche, e quelli di autorevoli politici nazionali (se ne parlò anche nell’inchiesta su “Mafia Capitale”), è anche una minaccia per la sicurezza del territorio. Al suo interno, infatti, era operativa un’organizzazione mafiosa che lo aveva eletto a proprio quartier generale.
Ma fino ad ora, nonostante sul Cara di Mineo si sia detto di tutto, gran parte del mondo politico ha fatto finta di non accorgersi del problema, voltandosi dall’altro lato o mettendo la testa sotto la sabbia. Per non parlare di ciò che accadeva fino a qualche tempo fa – tempi (passati) di politiche e fondi a pioggia che alimentavano spesso il business dell’accoglienza – quando c’era pure chi aveva affermato che il Centro per richiedenti asilo di Mineo fosse nientemeno che un modello da imitare.
E invece, le inchieste giudiziarie che si sono susseguite nel tempo, fino a quella odierna, mostrano una realtà ben diversa, che la procura di Catania (evidentemente mosca bianca in un oceano di silenzio) ha deciso di non occultare, con inchieste giudiziarie che oramai da tempo raccontano una realtà di degrado, criminalità e interessi vari.
“E’ sotto gli occhi di tutti – ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro – che un Cara come quello di Mineo – che ospita un numero di persone così rilevante, che non può essere controllato, al quale accedono anche persone non autorizzate e consente di gestire i traffici illeciti – non può che essere un errore enorme che si paga in termini di controllo della legalità”.
Intanto, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha annunciato di volere finalmente chiudere entro dicembre il Cara di Mineo. “Credo che l’esigenza di chiudere il Cara di Mineo – ha commentato il procuratore catanese -, così come funziona adesso, sia avvertita da tutte le forze politiche e indubbiamente il ministro dell’Interno recepisce una necessità che è quella che tutti noi avvertiamo”. Sul fatto che tutte le forze politiche siano d’accordo a chiudere il Cara qualche dubbio c’è rispetto all’ottimismo del procuratore, soprattutto se si pensa a quei settori della politica che, proprio grazie al Cara e al sistema nel quale s’inquadrava questo centro, hanno tessuto le proprie fortune.
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