“Il mio partito era e rimane Palermo, e se qualcuno immagina che diventerà un altro non si avvicini nemmeno”. E’ lo slogan usato questa mattina da Leoluca Orlando per aprire la sua campagna elettorale in vista delle prossime Amministrative del capoluogo siciliano. Vola, un po’ appesantito, vola sul palco del Teatro Golden stracolmo di gente. Palermo è attorno a lui. Al sindaco che lo sa fare il sindaco. Slogan col punto interrogativo questa volta? E via con lo show, diretta facebook e traduzione simultanea in linguaggio Lis per non udenti.
Non poteva mancare il riferimento alla lotta contro la mafia. Orlando è un genio a incasellare le vicende di Cosa e Casa Nostra con la cronaca global. Ed ecco così che nasce il primo “concept”: “La mafia è stata l’Isis siciliana“. Con un doveroso distinguo nel segno del politically correct. Istruzioni per l’uso, non confondete i migranti con i terroristi: “Grazie ai migranti, hanno dato alla nostra città un’anima”, ha detto Orlando. “Per cento anni, l’Isis siciliana ha governato Palermo, rifiutando i migranti e i diversi. Oggi che la mafia non governa piu’ Palermo, c’e’ ancora ma non governa piu’ Palermo, i migranti possono venire. Adesso e’ bellissimo vedere davanti alle moschee i migranti. Sono uno stimolo al rispetto del diritto di tutti“. “Oggi – ha detto Orlando – mi invitano da tutte le parti del mondo non come protagonista della lotta antimafiosa ma come sindaco della citta’ dell’accoglienza“. E il suo popolo applaude.
Il teatro è stracolmo di gente, così tanta che molte persone non sono riuscite a entrare. Un’ora durante il quale Orlando ha snocciolato dati, fatti, bilanci, opere realizzate. “Abbiamo bisogno di autostima”, ha detto , “ma senza esagerare”, “tanto abbiamo fatto ma tanto dobbiamo ancora fare”. “Questa città sta cambiando – ha detto Orlando – occorre continuare su questa strada e mettere in sicurezza tutto quello che abbiamo fatto fin ora. L’hashtag e’ ‘autostima’, io credo ci sia bisogno di avere un pò di sana autostima perchè noi palermitani non apprezziamo le bellezze che abbiamo. E ad un sindaco spetta di indicare la strada affrontando le difficoltà e tutte le resistenze di chi culturalmente non vuole cambiare. Alla fine si scoprirà che il cambio culturale è pure conveniente”. Attenzione, cambiate tutto, ma non il sindaco… Tante le cose elencate da Orlando: risanamento delle partecipate, mobilità sostenibile, pedonalizzazioni, trasporti pubblici, sostegno ai teatri cittadini, apertura di nuovi spazi culturali, il riconoscimento Unesco, i rifiuti, il teatro Massimo diventato fiore all’occhiello con tre anni di bilanci in attivo. Tutto questo – ha detto – grazie alla possibilità di avere le mani libere da lacci e lacciuoli politichesi e da logiche di partito, perché il mio partito è Palermo e sono i cittadini”. I prossimi cinque anni “saranno cinque anni di esami perchè gli esami non finiscono mai, ma saranno anche cinque anni di primarie per designare il nuovo candidato sindaco del 2022 che dia continuità a quanto fatto fino a ora”.