Nel 2015 la Sicilia cresce quasi il doppio della media nazionale, con il Pil che si attesta a +1,5% rispetto allo 0,8% del Paese. L’isola ha fatto meglio anche del resto del Mezzogiorno che ha fatto registrare una media dello 0,7%. Sono i dati elaborati dallo Svimez e presentati stamane a Palermo dal direttore del centro studi Riccardo Padovani. Lo studio è stato presentato nel corso del convegno “La Sicilia e il Mezzogiorno tra ripartenza e persistenti criticità”, una delle sessione delle “Giornate dell’Economia“, evento che si svolge a Palazzo Steri.
Secondo Svimez sono positivi anche i dati relativi all’occupazione: “Lo scorso anno – ha detto Padovani – è aumentata del 2,3 per cento, in misura più intensa rispetto al dato medio positivo del Mezzogiorno (+1,6 per cento) e di tre volte maggiore rispetto al+0,8 per cento della media nazionale. Il 2015 è stato un anno per certi versi eccezionale per il Mezzogiorno e per la Sicilia, grazie anche all’uso dei fondi strutturali – ha aggiunto – non solo perché ha interrotto una serie consecutiva di cali del prodotto che durava da sette anni, ma anche perché ha realizzato una crescita maggiore di quella del Centro Nord“. E per lo Svimez la crescita dovrebbe essere sostenuta soprattutto al Sud “dagli investimenti soprattutto nelle opere pubbliche che fanno da volano per lo sviluppo in un’area del Paese che ne ha la necessità“.
Per il presidente della Regione, Rosario Crocetta, “I dati dello Svimez confermano le previsioni del governo e smentiscono quanti continuano a dire che in Sicilia va tutto male, compresa certa stampa locale. Quelli che pretendono di darci lezioni da tutte le parti, dall’Anci al governo nazionale, devono prendere atto che questo esecutivo ha accelerato la spesa dei fondi strutturali, ha fatto gli investimenti e ha tagliato 3 miliardi e mezzo di sprechi. Nonostante sette anni da incubo per via della crisi, questo governo ha fatto crescere l’isola. La narrazione della Sicilia che leggiamo sui giornali non corrisponde assolutamente ai dati. La Regione ha apportato taglia agli sprechi del 35 per cento rispetto a una media nazionale del 3 per cento e di appena il 7,4% dei Comuni. Questa è la verità, confermata anche dallo Svimez“.