Una mazzetta per una sanatoria. Con l’accusa di corruzione sono indagati Vincenzo Salvatore Sucato (ai domiciliari), consulente per la Sicilia di una società leader in Europa nel campo della produzione di energia rinnovabile, e il dirigente pro tempore dell’assessorato regionale all’Energia, Salvatore Rando (sospeso dal servizio), che avrebbe ricevuto una tangente da settemila euro per il rilascio di un decreto autorizzativo in sanatoria. Sucato avrebbe fatto da tramite tra la società e il dirigente. In particolare, il provvedimento avrebbe sanato la mancanza di autorizzazione a collegare, alla linea elettrica nazionale, un impianto fotovoltaico dell’azienda a Ragusa, senza la quale il Gestore di Servizi Energetici spa non avrebbe potuto erogare gli incentivi previsti dalla legge per la produzione di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Le misure cautelari sono state eseguite dai carabinieri coordinati dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal sostituto Claudia Ferrari. È indagato anche l’amministratore delegato della società, Paolo Lugiato, che sarebbe – secondo gli inquirenti – il mandante.
Le perquisizioni all’assessorato regionale all’Energia, nella sede di Roma della società e nelle abitazioni di tutti gli indagati, hanno permesso ai carabinieri di trovare la documentazione della sanatoria. In particolare, all’interno dell’azienda c’era la bozza del decreto inviata da Rando affinché venisse modificata secondo i desiderata dei vertici della società. Nei confronti della società produttrice di energia rinnovabile sarà valutata l’applicazione della “misura interdittiva cautelare della esclusione per un anno da ogni tipo di finanziamento, agevolazione e contributo pubblico in relazione agli impianti fotovoltaici situati nel territorio della Regione Siciliana”.